L'interesse nazionale in Italia è considerato una brutta parola

Categoria: Italia

La politica italiana sembra concentrarsi sulle domeniche all'outlet o sulla questione dei vitalizi. Siamo fuori dal mondo?

 di Sergio Soave , da Italiaoggi.it 19.4.2017

In una fase in cui si muovono le grandi faglie tettoniche delle potenze mondiali e dal panorama internazionale vengono quesiti decisivi, dalla Turchia di ieri alla Francia delle prossime settimane, dal braccio di ferro nel mar cinese al sanguinoso mosaico siriano, la politica italiana sembra concentrarsi sulle domeniche all'outlet o sulla questione dei vitalizi. Siamo fuori dal mondo? A ricordarci che invece ci stiamo in mezzo ci sono, se non altro, gli sbarchi di migliaia di clandestini sulle nostre coste.

Tutti sanno che per limitare l'afflusso è indispensabile un'intesa col generale Haftar, protetto da Egitto e Russia, il che dovrebbe spingere l'Italia (con l'Europa o senza l'Europa) a muoversi in questa direzione, ma per farlo bisognerebbe far prevalere un evidente interesse nazionale sulle pur valide ragioni della protesta umanitaria sulle repressioni dei regimi del Cairo e di Mosca.

Gli altri si comportano così: la Germania è passata sopra tutto pur di ottenere un accordo con la Turchia per bloccare la rotta dei rifugiati siriani verso le sue frontiere, e continuerà a farlo, nonostante l'indurimento del regime di Ankara. L'Italia paga la sua parte dei fondi che vengono versati alla Turchia, ma non ottiene un sostanziale contributo europeo per pagare le tribù libiche che organizzano il traffico di schiavi verso le nostre coste.

Ma la politica non si divide, non si confronta, come sarebbe naturale, su questi problemi vitali, destinati peraltro a influenzare in modo forse decisivo anche i comportamenti elettorali, com'è accaduto in Gran Bretagna e come accadrà con ogni probabilità in Francia, nonostante il flusso migratorio verso questi paese sia assai meno intenso di quello che interessa le coste meridionali dell'Italia. Dire che i 5 stelle sfuggono ai problemi reali per rifugiarsi in prospettive illusorie e confuse ha senso solo se a queste fanfaluche si contrappongono idee, progetti e, se si è al governo, iniziative che mordano sulla realtà di questi stessi problemi.

Se invece si rinvia sempre tutto, ci si nasconde dietro inutili asserzioni di principio si rischia di mettersi allo stesso livello, politicamente bassissimo dei concorrenti grillini. Gli Italiani hanno l'impressione di essere abbandonati a se stessi, senza una guida sicura in una tempesta internazionale di cui debbono solo subire le conseguenze. Non è solo un'impressione, purtroppo, ed è destinata ad aggravarsi quanto più si faranno stringenti le questioni irrisolte. Nessuno chiede al governo di avere la bacchetta magica, ma di mostrare la volontà di agire per creare una prospettiva meno desolante, e anche questa richiesta minima finora non sembra destinata a ricevere risposte convincenti o, almeno, convinte.

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