Anche tutti gli altri hanno l'euro ma crescono di più

Categoria: Italia

Come diceva il grande Totò «è il totale che fa la somma», il resto sono chiacchiere.

 di Marcello Gualtieri 21.5.2017 da italiaoggi.it

Le stime del governo contenute nel Def (reso noto meno di un mese fa) prevedevano un aumento del pil dell'1,1% su base annua; sono state poi presentate le stime della Commissione europea che avevano ribassato la crescita prevista allo 0,9%. Già c'era poco da stare allegri, ma nei giorni scorsi sono stati resi noti i primi dati consuntivi relativi all'andamento del pil nel primo trimestre 2017 (dunque non più stime, ma dati reali) che presentano risultati ancora inferiori rispetto alle già modestissime percentuali di incremento stimate.

Concretamente, a conti fatti, abbiamo realizzato un irrisorio più 0,2% nel primo trimestre, ancora meno delle previsioni, già riviste al ribasso svariate volte; su base annua ci siamo fermati per il momento allo 0,8%: l'importo, oltre a essere irrisorio, certifica oltretutto un errore di valutazione (l'ennesimo) da parte dei tecnici del Mef pari al 27% (percentuale, questa, tutt'altro che irrisoria).

Con il nostro più 0,2% trimestrale siamo ultimi (come sempre, ma è difficile farci l'abitudine) nell'Eurozona che registra invece una crescita media di più 0,5%. L'andamento è talmente monotono e ripetitivo che diventa persino imbarazzante da commentare: basta dunque aggiornare con gli ultimi dati reali la nostra tabella che misura il distacco dell'andamento del nostro pil dalla media dell'Eurozona dal 1999 ad oggi, e prendere atto che in un solo trimestre siamo passati da meno 17,6% a meno 17,9%.

Come diceva il grande Totò «è il totale che fa la somma», il resto sono chiacchiere. Dunque, chi pensa che l'euro (certamente da correggere) sia l'origine dei nostri mali dovrebbe spiegare agli italiani perché gli altri paesi che hanno adottato l'euro continuano (in media e quindi non solo la Germania) ad andare meglio di noi, e non di poco.

D'altro canto chi da anni governa la nostra economia dovrebbe aver l'onestà intellettuale di prendere atto del suo fallimento totale non essendo riuscito a sfruttare anni di tassi bassissimi, di politica monetaria fortemente espansiva, di congiuntura economica internazionale positiva per almeno impostare la soluzione di qualche problema strutturale del Paese, di cui, paradossalmente, non si dibatte nemmeno.

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