Terremoto in Emilia, la ricostruzione è un mistero: seimila persone senza casa e fienili con le scale in marmo

Categoria: Italia

Un gruppo di otto cittadini ha costituito il Comitato verifica ricostruzione (Cvr), che in soli sei mesi ha collezionato 150 tra esposti e segnalazioni nell’alto ferrarese. “Ruderi di campagna abbandonati trasformati in case grandi quanto un ipermercato, mentre 6mila persone sono ancora senza casa”

di Lidia Baratta, 22.7.2017 da www.linkiesta.it

I casi segnalati dal Cvr vanno dai fienili abbandonati rimessi a nuovo, con finanziamenti dai 400mila euro a 1,4 milioni, agli agricoltori che negli anni hanno comprato piccoli fondi e che hanno chiesto e ottenuto contributi per la ricostruzione anche di 20-30 ruderi prima diroccati e abbandonati. «Cosa facciamo a fare le stalle se in questa zona non abbiamo più le mucche?», si chiede Zagni. «Solo da noi si cominciano a vedere i fienili ricostruiti con le finestre. Tra gli obblighi dei beneficiari guarda caso c’è l’obbligo di non mutare la destinazione d’uso dell’immobile al momento del sisma prima dei due anni dalla data di completamento die lavori. Insomma, dopo qualche anno si può chiedere la variante e i fienili diventano case e appartamenti».

Nei primi interventi negli anni 2012/2013 le ricostruzioni rispettavano la normativa, ma con il passare del tempo, si è visto che i controlli erano quasi inesistenti – 5-7%, a sorteggio – e come sempre accade si è iniziato a esagerare nelle richieste dei contributi

All’indirizzo email del comitato arrivano segnalazioni da ogni parte della regione. «La popolazione è arrabbiata», dice Zagni. «Nel cratere ci sono 6mila persone con le case ancora da ricostruire che vanno in giro e vedono fienili perfettamente finiti da due anni che nessuno userà mai». Ma sono arrivate anche diverse minacce e richieste più o meno velate di smetterla con segnalazioni e denunce. Eppure, denuncia Zagni, «nessun politico, di nessun partito o movimento, finora ci ha contattati. Siamo riusciti a ottenere un incontro in regione. E solo dalla Guardia di finanza di Modena ci hanno chiesto di collaborare».

La Regione Emilia Romagna ha a disposizione circa 5 miliardi di euro per la ricostruzione post-sisma, di cui finora ne sono stati spesi circa la metà, tra fondi Mude (destinati a immobili abitativi e in parte a quelli agricoli, e ai locali commerciali), Sfinge (per gli immobili agricoli in cui il prodotto viene anche trasformato, quelli artigianali e industriali) e Fenice (per le opere pubbliche e i beni culturali). I contributi richiesti e  ricostruzione, la verifica e il monitoraggio è a carico dei comuni, per i secondi è la Regione che deve vigilare. Il Cvr Comitato verifica ricostruzione,   sta monitorando soprattutto l’assegnazione dei fondi Mude, per i contributi destinati alle imprese non hanno accesso alle pratiche. E lì, dicono, ogni richiesta è di milioni e milioni di euro. «Per non parlare delle attrezzature agricole: ci sono stati segnalati decine di casi di imprenditori agricoli che hanno messo trattori vecchi e inutilizzati vicino alle strutture crollate, ci hanno fatto cadere su un po’ di pietre e così hanno avuto trattori e mietitrebbiatrici nuove», racconta Zagni. «Questo, è chiaro, è difficile da provare. Ma servono più controlli. Qualche giorno fa un imprenditore mi ha raccontato che gli è arrivato un carro raccoglitore della frutta, quando lui non ha più il frutteto ormai da due anni».

Al momento non risultano indagini in corso. Ma il lavoro del Comitato verifica ricostruzione un risultato l’ha prodotto. Se il comune di Mirandola ha smentito la trasformazione di ruderi in spazi di lusso sul proprio territorio, a Bondeno, poco più di 14mila abitanti in provincia di Ferrara, dopo aver visto le comparazioni fotografiche del Cvr, il sindaco ha sospeso l’erogazione di un pagamento già approvato.

Italia