Il benessere sarĂ  calcolato dall'Istat

Categoria: Italia

Pretendere di sovrapporvi un algoritmo può essere letto come un tentativo di autolegittimazione di una classe politica che avverte di avere sempre meno consenso e radicamento.

 di Marino Longoni 30.8.2017 da www.italiaoggi.it

La qualità della vita entra nella legge di bilancio. Non si tratta dell'inchiesta annuale di ItaliaOggi (la più completa tra quelle che si realizzano in Italia, con ben 84 indici) ma di un'elaborazione che sarà fatta dall'Istat sulla base di una dozzina di indicatori, con lo scopo di misurare gli effetti delle politiche di bilancio. Il pil e il deficit non sono più considerati sufficienti per esprimere il livello di benessere di una società complessa come la nostra. Si utilizzeranno quindi il reddito medio, l'indice di diseguaglianza del reddito e quello di povertà assoluta, la speranza di vita in buona salute alla nascita, l'abbandono scolastico, il tasso di disoccupazione, l'indice di criminalità predatoria, l'efficienza della giustizia civile, le emissioni di CO2 e altri gas, l'indice di abusivismo edilizio. Infine il rapporto tra tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli (omaggio a Laura Boldrini?) e l'indice di obesità: sinonimo di malessere per i guru del wellness (ma, per i meno allineati, anche di grandi soddisfazioni).

Si tratta comunque di un paniere provvisorio, tanto che la commissione bilancio ha già proposto alcune modifiche. Il punto fondamentale però è se lo Stato possa pretendere di valutare il benessere dei cittadini. L'argomento è più delicato di quanto sembri a prima vista: chi avrà il potere di definire i parametri del benessere, di fatto avrà già condizionato l'agenda politica dei governi futuri, che saranno valutati anno per anno sulla base di queste pagelle. Ma in un sistema democratico dovrebbero essere gli elettori, con il loro voto, a esprimere un giudizio sull'operato del governo e a scegliere l'indirizzo politico. Se la sovranità appartiene al popolo (articolo uno della Costituzione), il giudizio del cittadino è l'unico che conta. Pretendere di sovrapporvi un algoritmo può essere letto come un tentativo di autolegittimazione di una classe politica che avverte di avere sempre meno consenso e radicamento.