Io ti do lo Ius soli se tu mi dai le poltrone

Categoria: Italia

Senza fiducia non si vede come lo Ius soli, pur mutato in Ius culturae, possa divenire legge.

 di Marco Bertoncini  20.9.2017 da www.italiaoggi.it

Matteo Renzi aveva compreso che andare avanti con la legge sullo Ius soli avrebbe avuto conseguenze soltanto negative per il Pd. Avrebbe provocato fratture nella maggioranza, sia sul versante degli alfaniani sia (fattore di solito passato sotto silenzio, quando invece vanta un'indubbia rilevanza) sulla Volkspartei e, di riflesso, su altri senatori del gruppo per le Autonomie. Avrebbe recato danni sul piano elettorale: forse non il 2% segnalato da alcuni sondaggi riservati, però senza dubbio avrebbe fornito alle opposizioni un'eccellente arma polemica. Infine, il provvedimento correva il rischio di non passare. Tirate le somme, era meglio rinunciare, fingendo un poco credibile rinvio.

Certo non si aspettava una levata di scudi proveniente da tanti fronti. Le sinistre e non pochi fra i suoi oppositori interni ne hanno tratto argomento per recargli danno personalmente. Si è perfino mosso il risorto Romano Prodi. Inattesa è arrivata la reazione del mondo cattolico, dal quale proprio Renzi proviene, con una crociata bandita dai vescovi tramite Avvenire.

Ecco allora le manovre operate, da Paolo Gentiloni ma altresì da Renzi, su Angelino Alfano, il quale ha rinviato ogni decisione alla direzione di martedì prossimo. Intanto, Maurizio Lupi ha ripetuto che i ministri di Ap non accetteranno di porre la fiducia: senza fiducia non si vede come lo Ius soli, pur mutato in Ius culturae, possa divenire legge.

In compenso, Alfano in questi giorni contratterà con Renzi uno scambio fra legge sulla cittadinanza e seggi alle politiche. Spera così di placare i colleghi di partito, quasi tutti ostili al provvedimento ma pronti a far buon viso di fronte a capolistature bloccate (sempre che Renzi le prometta).