SE M5S E FI SI RASSEGNANO AL “GOVERNO DEL PRESIDENTE”

Categoria: Italia

Le maggiori forze di opposizione possono permettersi di rifiutare una legge elettorale maggioritaria perché accettano tutto sommato volentieri la prospettiva che al dunque sia Mattarella a risolvere il problema del governo, assumendosi tutte le responsabilità

Pietro Ichino 19.9.2017 da www.pietroichino.it

Parlavo in questi giorni delle prospettive della politica italiana con un alto funzionario della UE molto vicino al Presidente Juncker, il quale mi diceva che i vertici europei non sono preoccupati più che tanto per il sistema elettorale balordo che l’Italia si ritrova e per la prospettiva che dalle prossime elezioni non esca alcun vincitore né alcuna maggioranza, neppure di coalizione. “Voi avete – mi ha detto il dirigente di Bruxelles – quel sistema meraviglioso, per cui, quando la politica ordinaria si blocca, si mette in moto il Quirinale, che è sempre lì a garantire una soluzione; e non è detto che il governo del Presidente non sia migliore, dal punto di vista dell’Europa, rispetto a uno qualsiasi dei governi monocolore teoricamente possibili”. Eh già: nella primavera prossima potrebbe toccare proprio al Capo dello Stato, in una situazione di stallo, di scegliere come Capo del Governo una persona di sua fiducia e invitare le forze politiche responsabili a metter da parte le divisioni per darle il proprio sostegno. Resta da chiedersi perché il Centro-Destra e il M5S, rifiutando una legge elettorale maggioritaria, mostrino di preferire questa probabile prospettiva. La spiegazione, forse, è questa: né l’uno né l’altro, in realtà, vogliono vincere davvero e poter fare un governo monocolore. Perché sanno che la polemica con l’UE e contro le sue regole serve solo ad acchiappare qualche voto in più; ma che uscire dall’euro e dalla UE sarebbe una follia improponibile. D’altra parte, restare nella UE comporta per M5S e FI tradire le promesse fatte agli elettori: qualsiasi governo italiano nei prossimi anni dovrà camminare su di un crinale molto stretto, con scarsissime possibilità di scostamento.SalviniMaurizio Gasparri Meglio dunque evitare di trovarsi da soli a guidare il Paese su quel sentiero stretto, dopo anni nei quali si è sostenuta (lo hanno fatto non solo i Grillo, i Di Maio e i Salvini, ma sostanzialmente anche i Brunetta e i Gasparri) la possibilità e anzi la necessità di abbandonarlo.

Pietro Ichino Senatore PD