Leghisti preoccupati per i loro referendum

Categoria: Italia

La Lega ondeggia fra ansia, timore e preoccupazione per i due referendum consultivi del 22 ottobre

 di Marco Bertoncini  7.10,2017 da www.italiaoggi.it

La Lega ondeggia fra ansia, timore e preoccupazione per i due referendum consultivi del 22 ottobre. L'ansia è per l'attesa di un trionfo che attesterebbe la popolarità delle proposte leghiste. Il timore è l'opposto: che la presenza alle urne sia scarsa, specie in Lombardia. La preoccupazione è tormentata e tenuta nascosta: sull'onda dell'indipendentismo catalano potrebbero conquistare spazio istanze secessionistiche, pulsioni indipendentistiche, antiche campagne contro i terroni e Roma ladrona e per «Forza Etna!».

La condotta di Matteo Salvini è improntata a coloriture nazionali e a tentativi di conquista del Sud, un Sud che (come emerge da convergenti reazioni di non poche testate meridionali e romane) potrebbe di nuovo giudicare i leghisti come i peggiori nemici. Così, con una certa prudenza, gli uomini del Carroccio tentano di trarre vantaggi dalle consultazioni, però senza esagerare (adelante, presto, con juicio), senza sollecitare l'antimeridionalismo delle origini, senza dare spazio alla politica di Umberto Bossi, che continua a ricevere un generico rispetto esteriore ma non incide sulla conduzione del movimento.

L'imbarazzo che infastidisce i massimi esponenti della Lega si avverte altresì fra alleati e avversari. I seguaci di Giorgia Meloni sono divisi fra meridionali, ostili ai referendum e in accordo con la presidente del partito, e settentrionali, sostenitori delle consultazioni. Fi è per il sì, ma Silvio Berlusconi si guarda bene dallo svolgere propaganda. Quanto al Pd, le troppe reazioni favorevoli impediscono di passare al no.

Tutti, sostenitori o avversari dei referendum, sanno però che essi serviranno esclusivamente di pubblicità ai leghisti. Risultati concreti: zero.

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