Fatto il bilancio, poi si chiude la baracca

Categoria: Italia

Si voterà a marzo? Il mondo politico dava per scontato che la fine dell'anno coincidesse con la fine della legislatura

 di Marco Bertoncini, 10.11.2017 da www.italiaoggi.it

Si voterà a marzo? Il mondo politico dava per scontato che la fine dell'anno coincidesse con la fine della legislatura: il capo dello stato avrebbe ricevuto il presidente del consiglio, il quale gli avrebbe comunicato di ritenere chiuso il proprio mandato, e, consultati come da Costituzione i presidenti delle camere, avrebbe chiamato alle urne gli elettori domenica 4 marzo. Circolata con polemiche la notizia che invece lo scioglimento sarebbe stato effettuato al limite dei cinque anni dall'avvio della legislatura (15 marzo 2013), col voto in maggio avanzato, una nota del Colle, tanto insolita quanto irritata, ha troncato le discussioni. Per ora. In buona sostanza, si vedrà, rammentando sempre che tutti i presidenti della Repubblica detestano che si facciano conti sullo scioglimento delle camere quasi si trattasse d'incombenza loro estranea.

Da quanto adesso si comprende, l'unico obiettivo che palazzo Chigi si propone è chiudere positivamente il bilancio. Dunque, occorre passare senza incidenti o stravolgimenti o inciampi il percorso a palazzo Madama, quali che siano i sostegni che (senz'altro) arriveranno fuori dal territorio formale della maggioranza, quindi da verdiniani, centristi, autonomisti e senatori vaganti. Soltanto dopo il via libera del senato, e tenuto conto che non dovrebbero sussistere problemi per la camera (sempre che non si profilasse un ritorno celere a palazzo Madama per qualche comma della legge), Paolo Gentiloni potrà vedere se davvero ci siano le condizioni per qualche provvedimento che stia a cuore a Matteo Renzi, come i vitalizi o lo ius soli. Le previsioni sono però negative e fanno propendere verso una concomitanza di chiusure delle camere: per le feste e per scioglimento.

© Riproduzione riservata