Un’alleanza Renzi-D’Alema? Risparmiateci almeno questa sciagura

Categoria: Italia

Contrordine, compagni? No, grazie. Non vogliamo più vedervi assieme, non dopo questi cinque anni.

di Francesco Cancellato 17 Novembre 2017 - 09:00 da www.linkiesta.it

E non ci interessano più gli argini democratici, ma solo forze che sappiano governare senza tendersi trappole ogni cinque minuti. Ognuno per se, almeno a questo giro

Davvero, stiamo scherzando? È una candid camera? O esiste davvero la possibilità che il Partito Democratico e Movimento Democratico e Progressista, Renzi e D’Alema, il rottamatore e i rottamati tornino assieme come se niente fosse, presentandosi in coalizione alle prossime elezioni? Lo dichiariamo: finché non lo vediamo sulla scheda non ci crediamo. Non perché lo speriamo, in qualche modo. Ma perché riteniamo che sia il “contrordine compagni” più incoerente, illogico, inutile, autolesionista che si possa immaginare per quel che resta della sinistra italiana.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di consumare i tasti della tastiera per spiegarlo. Davvero Renzi vuole rinnegare il jobs act, la buona scuola, tutta l’azione di governo che piaccia o meno, ha segnato i suoi mille giorni per allearsi con chi – Bersani, D’Alema, Speranza – ha brindato la sera che si è dimesso da Palazzo Chigi, cosa che non ci ricordiamo sia accaduta (perlomeno a favore di telecamere) nemmeno quando è caduto Berlusconi? E davvero Renzi, D’Alema e Speranza vogliono tornare da chi ha costruito una legge elettorale che favorisce il centrodestra solo per il gusto di vederli spazzati via?

E tutto questo poi perché? Per evitare di perdere quei troppi collegi contendibili che ti sei trovato nelle simulazioni, Matteo? Per ragranellare qualche seggio sicuro in più nelle Regioni Rosse, Pigi e Max? Vi sveliamo un segreto: non siete l’argine di nessunissima emergenza democratica, fuori di voi c’è solo la destra, non il fascismo

E tutto questo poi perché? Per evitare di perdere quei troppi collegi contendibili che ti sei trovato nelle simulazioni, Matteo? Per ragranellare qualche seggio sicuro in più nelle Regioni Rosse, Pigi e Max? Vi sveliamo un segreto: non siete l’argine di nessunissima emergenza democratica, fuori di voi c’è solo la destra, non il fascismo, come in tutti i Paesi del mondo. E non c’è nemmeno nessun pericolo populista: c’è un vuoto politico che avete lasciato voi e che un comico e un pezzo di società civile hanno riempito con due palle e un soldo.

E poi, scusate: vincere le elezioni non è il fine, ma il mezzo per costruire un governo in grado di governare il Paese. E se una cosa l’abbiamo capita, in questi cinque anni, è che voi, assieme, il Paese non lo sapete governare. Che avete agende differenti, differenti idee di modernità, di crescita, di sviluppo, perlomeno quando si capisce cosa pensiate.

Quel che arriva, a noi che ci troviamo dall’altra parte dell’urna elettorale, è solo l’agra sensazione di un’operazione di sopravvivenza e di auto-conservazione, dopo cinque anni di risse, di un’operazione di potere diretta conseguenza dell’incontro tra i figli di due culture politiche che col potere hanno un rapporto malato: i post-democristiani perché in settant’anni non l’hanno mai lasciato, i post-comunisti perché non l’hanno (quasi) mai avuto. Seriamente, lasciate perdere. O almeno non diteci che lo state facendo per noi. Ne facciamo volentieri a meno.