Quanto tempo ci vuole per formare un governo?

Categoria: Italia

Una volta che le Camere saranno davvero in funzione non è detto che ci siano già una maggioranza e un governo pronto per giurare e ricevere il voto di fiducia dal Parlamento

PAOLO MAGLIOCCO 07/03/2018 www.lastampa,it

Nessuno sa oggi quanto tempo ci vorrà per formare un governo dopo i risultati elettorali del 4 marzo. Ci sono tempi tecnici per dare avvio ai lavori del Parlamento che non possono essere evitati. Una volta che le Camere saranno davvero in funzione non è detto però che ci siano già una maggioranza e un governo pronto per giurare e ricevere il voto di fiducia.

Le leggi elettorali maggioritarie che hanno preceduto quella attuale hanno abituato l’Italia e gli italiani negli ultimi 25 anni ad avere governi in carica poco tempo dopo il voto. Subito dopo lo spoglio dei voti, infatti, era chiaro, in modo più o meno preciso, quale coalizione avrebbe governato. L’unica eccezione è stata rappresentata dall’ultima legislatura, quella cominciata nel 2013.

Nel 2008 Silvio Berlusconi fu il più veloce di sempre a entrare in carica dopo le elezioni arrivando a presentare al presidente Napolitano la propria squadra l’8 maggio, ossia appena 24 giorni dopo il voto del 13 e 14 aprile. Forte della maggioranza netta ottenuta dal centrodestra, il capo di quello che allora era il Popolo delle libertà si presentò dal presidente Giorgio Napolitano il 7 maggio per ricevere l’incarico di formare il governo con la lista dei ministri già in tasca, che presentò direttamente al Quirinale. Un gesto inusuale.

Otto anni prima Romano Prodi aveva impiegato appena due giorni in più: nonostante la necessità di un’alleanza con Rifondazione Comunista (che diede l’appoggio esterno) nel 1996 quella di centrosinistra era l’unica maggioranza possibile. Anche Prodi, in effetti, si era presentato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 16 maggio avendo già in mente la composizione del governo. Però aveva voluto rispettare la regola non scritta di ricevere prima l’incarico e poi tornare al Quirinale, il giorno stesso, per presentare la squadra del governo.

Altri due anni prima,nel 1994, all’epoca del suo primo governo, Silvio Berlusconi aveva impiegato quasi due settimane dal momento in cui aveva ricevuto l’incarico da Scalfaro, il 28 aprile, al giorno in cui presentò la lista dei ministri, il 10 maggio. Anche se la maggioranza del centrodestra era chiara, in mezzo tra incarico e giuramento ci furono dibattiti e prese di posizione, anche in Europa, sull’idea che nel governo entrassero per la prima volta esponenti che provenivano dal Movimento Sociale e dalla destra fascista. In ogni caso, Berlusconi ce la fece in meno di un mese e mezzo dalle elezioni. Nella cosiddetta Seconda Repubblica era stato il governo più lento a entrare in carica dopo il voto, fino al 2013.

Cinque anni fa, dopo un risultato elettorale che non dava al centrosinistra la maggioranza anche al Senato, ci sono voluti due mesi e tre giorni per passare dallo spoglio dei voti al giuramento dell’esecutivo guidato da Enrico Letta. Per la prima volta nelle elezioni con un sistema maggioritario il capo della coalizione più votata, Pierluigi Bersani, ha dovuto rinunciare all’incarico di formare il governo. E in mezzo il Parlamento aveva dovuto procedere anche alla elezione del Presidente della Repubblica, confermando Giorgio Napolitano dopo tre giorni e sei votazioni,

63 giorni sono stati un tempo lungo, ma non lunghissimo. La Germania, come si sa, sta ancora aspettando il

giuramento del quarto Governo di Angela Merkel cinque mesi e mezzo dopo le elezioni del 24 settembre dello scorso anno.