Il Sud si è abbandonato da solo

Categoria: Italia

Non ci deve essere più spazio per i piagnoni dissipatori

di Domenico Cacopardo, 12.3.2018 www.italiaoggi.it

Viene dal mondo intellettuale del Sud (quello che, in passato, ci ha dato pensatori come Croce, economisti come Epicarmo Corbino, politici come Vittorio Emanuele Orlando) un coro di recriminazioni sul Sud abbandonato dal resto d'Italia. Questa sarebbe la ragione del voto massiccio ai 5Stelle.Un'ennesima manifestazione del vizio umano di dare agli altri la colpa e la responsabilità delle proprie insufficienze, dei propri errori, dei propri vizi.

Nell'attuale mondo competitivo, «ciascuno sta solo sul cuor della terra» (Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la letteratura 1959), una verità mai così vera come ai nostri giorni. Soprattutto per il Sud piagnone e dissipatore di risorse. Incapace di trasformare gli ingenti trasferimenti di quattrini da parte dello Stato in investimenti produttivi (nulla vietava, ad esempio, alla Regione a statuto speciale Sicilia di spendere nell'ammodernamento della rete ferroviaria e di quella stradale). Incapace di utilizzare tempestivamente le risorse messe a disposizione dall'Unione europea per progetti innovativi, di tutela del territorio e via dicendo. Capace soltanto di puntare sulla spesa clientelare, su quella parassitaria, sulla tolleranza dell'aggressione al patrimonio naturalistico ambientale con edificazioni abusive nelle quali s'è infiltrata la malavita. Capace di tollerare la decadenza del sistema scolastico, oggi in fondo alle classifiche Ocse, così in fondo da invogliare i docenti incapaci a boicottare le prove Invalsi che, di quelle classifiche, sono il presupposto.

Sono del Sud e siciliano. E ho visto e vedo ancora decine di giovani valorosi nati oltre il Garigliano muoversi per studiare in prestigiose università del Nord e dell'estero vicino e lontano, pagare il prezzo della lontananza e riscuotere il profitto di una piena integrazione nel mondo moderno con le sue opportunità, le sue delusioni e, in definitiva, la gratificazione di sentirsi cittadini del mondo, appartenenti a quel ceto colto e tecnologico che guida il progresso ovunque. Tra Marsala e Trapani ho conosciuto tanti giovani che, approfittando del volo diretto Trapani-Londra, frequentano università del Regno Unito, contenti di farlo e di acquisire opportunità che il sistema universitario da Messina a Catania a Palermo a Enna non è capace di offrire loro, per insufficienze strutturali (colpa della Regione) e umane (colpa dei siciliani).

Non vale perciò imprecare contro un Nord insensibile, contro un governo che, in assenza della Cassa del Mezzogiorno, si limita a finanziare progetti e iniziative dotate delle qualità richieste ai nostri giorni. Non vale come si fa sempre più spesso parlare di un Sud abbandonato. Il Sud si è abbandonato da solo, per interessi opachi e criminali, tollerando o essendo complici. Sposando l'ennesimo alibi, questa volta giudiziario, di uno Stato a sua volta criminale, colluso con la mafia, con procedimenti che non hanno portato a nulla, solo allo sputtanamento di quello stesso Stato da cui si attendono ulteriori contributi allo sperpero generale.

Certo che non tutto è così. Ma si tratta di isole felici, di individui impegnati nel lavoro e nella vita per portare avanti se stessi con le proprie forze, senza indulgere al piagnisteo. Ecco, l'era del piagnisteo è terminata. Nel mondo. E questa scelta di correre a sostenere un generone di persone senza qualità, governate in modo opaco da un comico e da un imprenditore che da questo partito a 5Stelle riceve (con il comico) ritorni finanziari, e da un loro improbabile delegato (Di Maio) dimostrerà presto la sua inconsistenza, il suo autolesionismo, la sua natura di rinuncia a essere ciò che si potrebbe essere.

Né pietismo né giustificazioni. Il Sud risorgerà solo quando punterà sui suoi talenti e si dissocerà in modo quotidiano e reale dal crimine organizzato.

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