Silvio Berlusconi , se vogliono i voti di Fi devono chiederli pubblicamente, «devono venire a parlare con me.

Categoria: Italia

«Ora basta rincorrere i Cinquestelle». Dalla Sardegna Silvio Berlusconi suona la carica

3 Aprile 2018 www.liberoquotidiano .it

«Ora basta rincorrere i Cinquestelle». Dalla Sardegna Silvio Berlusconi suona la carica. Alle decine di dirigenti di Forza Italia che l' hanno raggiunto telefonicamente per gli auguri di Pasqua, il Cavaliere ha dato la (nuova) linea. Il Movimento ha numeri insufficienti per la formazione del governo, «non possono dettare le regole o avere l' ultima parola sulla trattativa». E, soprattutto, se vogliono i voti di Fi devono chiederli pubblicamente, «devono venire a parlare con me», senza dare per scontata la disponibilità azzurra a qualsiasi ipotesi di esecutivo purché serva per evitare il voto anticipato.

L' ex premier fa leva sul senso delle istituzioni di Sergio Mattarella, «per fortuna», commenta caustico il Cav, «non c' è più Napolitano». Il Quirinale, informalmente, ha già fatto sapere che la prima tornata di consultazioni sarà veloce e si chiuderà con un nulla di fatto. Perché il Capo dello Stato non ha intenzione di nominare Luigi Di Maio o Matteo Salvini in assenza di una maggioranza certa che li sostenga in Parlamento. Ma il Colle fa anche sapere che non ha intenzione di «suggerire» una strada alternativa da percorrere ai partiti. Se la devono sbrigare loro. Ciò, verosimilmente, allungherà i tempi della crisi, dando nuova linfa ai partiti che, come Forza Italia, non hanno la fregola di tornare alle urne.

L'appuntamento - Giovedì Berlusconi sarà al Quirinale. Rappresenterà Fi insieme a Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, neo elette capigruppo azzurre. Silvio non delega ad altri la scena. Non accoglie l' invito di chi gli ha chiesto di farsi da parte per agevolare il dialogo del centrodestra con i grillini. L' ex premier ribadirà a Mattarella la disponibilità a valutare soluzioni di compromesso che vadano incontro all' esigenza di costituire quanto prima un governo. «Il nostro candidato è Matteo Salvini», ha insistito nuovamente il Cav. Pur rimanendo scettico sulla possibilità che il leader della Lega possa davvero sedere a Palazzo Chigi, nel primo giro di consultazioni Fi si mantiene fedele al patto stipulato davanti agli elettori.

Se il Colle dovesse ritenere velleitaria l' opzione salviniana, come quella grillina, allora si valuteranno nomi terzi. Un altro punto fermo di Silvio è che, se l' esecutivo sarà sostenuto anche dai voti di Forza Italia, il partito dovrà essere legittimamente rappresentato al governo. «Con tre o quattro ministri», perché «noi non siamo donatori di sangue» e neanche «figli di un dio minore».

"Nessun divieto" - «Si apre una settimana decisiva per le sorti del Paese e gli interessi dell' Italia sono sempre al primo posto. Si parte dal centrodestra», mette in chiaro Gelmini, «per dare un governo al Paese, senza forzature, senza veti ma nel rispetto del ruolo di ciascuna forza e del mandato ricevuto dagli elettori. Occorre far uscire l' Italia dalla palude nella quale si è spinta. Il Paese va guidato verso la crescita, con una profonda maturità istituzionale. Un Paese forte e credibile», conclude la capogruppo azzurra alla Camera, «deve rispondere ai bisogni delle famiglie e delle imprese, senza dimenticare il ruolo che gli compete in un' Europa da riformare profondamente».

Anna Maria Bernini condivide la necessità di «dare quanto prima un governo al paese. Il centrodestra come coalizione vincente ha l' onere della proposta e affronterà questo passaggio con senso di responsabilità. Con Forza Italia e il nostro leader Silvio Berlusconi ci confronteremo sui programmi senza preclusioni ma senza accettare né veti né soluzioni confuse e costose per il Paese, che ci ha accordato grande fiducia».