Di Maio vuol fare più ministri di Mattarella

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Sergio Mattarella aveva parlato, per il suo governo di servizio, di 12 ministri, M5s dice 20

di Marco Bertoncini, 12.5.2018 www.italiaoggi.it

Quali saranno i ministri è presto per dirlo. Deve ancora concretarsi la trattativa sulla struttura del governo (così pomposamente, nella prima repubblica e dopo, era definita la spartizione delle poltrone, distinta dalle blande liti sul programma). Dipenderà poi dal Quirinale: il presidente, in passato, ha più volte ha firmato senza osservazioni l'elenco propostogli, ma non di rado ha discusso, talvolta nome per nome, cassando, aggiungendo, spostando.

È stato invece annunciato il numero dei ministri. La cifra di venti, in circolazione da un paio di giorni, è semi ufficializzata in un'intervista da Vincenzo Spadafora, già eminenza grigia di Luigi Di Maio, uscito dalla clandestinità di consigliere aulico per assurgere ai vertici del movimento (dopo molteplici passaggi, dall'Uduer ai verdi a Luca di Montezemolo): «Sarà una squadra snella, al massimo ci saranno venti ministri». Sarebbe l'ennesima giravolta dei grillini, a proposito di casta, poltrone, tagli: la snellezza predicata da Spadafora soltanto lui la vede.

Non casualmente Sergio Mattarella aveva parlato, per il suo governo di servizio, di 12 ministri, vale a dire tutti titolari di portafogli. Sarebbe stato un ritorno alla riforma Bassanini, che prevedeva appunto dodici ministeri, ultimamente approdati a tredici dopo spacchettamenti e ricomposizioni. Orbene, i nemici giurati dei posti inutili, i dichiarati avversari delle prebende per i titolari di cariche pubbliche, punterebbero oggi a incrementare il numero dei ministri, e forse dei ministeri. Che succederebbe se, al momento della nomina dei ministri, il capo dello Stato rimarcasse l'incoerenza di un numero così elevato e citasse, invece, la propria dichiarata volontà di una squadra davvero snella?

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