Sprofondare si è sprofondati, ora il listone di Italia Libera

Categoria: Italia

Subito il triumvirato Gentiloni Minniti Calenda. E intanto non lasciargliene passare una, à corsaire corsaire et demi

Ferrara 25.6. 2018 alle 20:16 www.ilfoglio.it (in abbonamento e edicola)

Commenti 4

Intanto, tutto bene benissimo. Ci voleva la fine della Toscana rossa o felix, non vedo l’ora che Trump con Salvini e Orbán sostituisca Tony Blair e altri villeggianti tedeschi delle varie Toskana-fraktion. Bisogna sprofondare per aggrapparsi alla terra e risalire la china. E sprofondare è sprofondato, l’esercito che non c’è più degli antisalvinisti, degli spregiatori di Casaleggio e Di Maio, insomma dei democratici. Ora le soluzioni non s’improvvisano, infatti è necessaria una lunga e severa analisi della sconfitta, occorre tempo, bisogna reagire con calma, è necessario capire capire e ancora capire. E nel frattempo l’Italia cambia la natura del regime parlamentare e costituzionale del ’48, rovescia, e non è una novità, la sua politica estera, bolla Macron come nemico numero uno, abbraccia Kurz e Strache, e si fa inchiappettare da Horst Seehofer il bavarese. Però sai che soddisfazione una reazione lungimirante, che fa tesoro della vittoria nazionalpadana e fasciopopulista, ora con i panni ben risciacquati nell’Arno, sul paese delle élite e degli zingari e dei negher. Sai che soddisfazione.

Niente improvvisazioni. Subito un triumvirato ovvio: Gentiloni, Minniti, Calenda. Per esempio. Eletti per la rifondazione europea contro “Europeisti per Salvini”, altro partito da me recentemente fondato. I nomi sono conseguenza delle cose. Via il Pd, ora è il momento dell’Altra Italia o di Italia Libera. Un listone che mette insieme tutti, tutti, tutti. Si esclude solo Fassina che sta con Salvini perché è un ferratissimo marxista e keynesiano, questo enorme e prezioso saltimbanco. Il listone di Italia Libera fa la sua convenzione a metà settembre, e intanto argomenti, insulti, calci e spintoni, il tutto in modo civilissimo e metaforico, contro el gobierno dei marrazzoni che isola il paese, lo impoverisce, lo sbeffeggia, lo intimidisce perché è un paese pieno di timidi che non hanno capito la legge della terra, il nomos, e appena appena intuiscono la legge del mare, salvare i naufraghi: a pirata pirata e mezzo o alla francese, per noi internazionalisti, à corsaire corsaire et demi. Fundraising. Luglio e agosto caldissimi. Non lasciargliene passare una che sia una. Se dicono che oggi è martedì, negare, negare sempre. Svillaneggiare la paura percepita delle masse, l’ozio agognato delle masse che non fanno funzionare la funicolare a Napoli in attesa del reddito di cittadinanza, dare l’assalto al Campidoglio con la guida dei centri sociali, esporre il modello Milano, ma senza fighettismo e senza troppi eventi, rude, crudo, un modello Milano che ricordi la banda Cavallero, non l’Expo.

Ma quanto tempo deve passare prima che i migliori del passato o tra i migliori si decidano a preparare non dico l’avvenire e il suo sole, il domani che canta, ma qualche prossima onorevole sconfitta? Non vedete che i ruffiani ruffianeggiano, che i pavidi impavidiscono, che ogni giorno che passa il terreno smotta sotto i piedi di una qualunque opposizione e si rassoda sotto gli scarponi di questo bestiame di governo oggi al potere con la demagogia e la cavalcata delle valchirie nella veste di menzogne ed emergenze nibelungiche? Fare della ragione un sasso duro, un uovo marcio, una santa ingiuria, e scagliare tutto in batteria contro la masnada, l’accozzaglia che in Parlamento ha varato la maggioranza della chiacchiera e dell’ozio e della minaccia connotata razzialmente. Ecco, non si può improvvisare, bisogna aspettare e distinguere. Intanto c’è molto da fare per un’opposizione indistintamente antisfascista. Gli italiani sono gran puttane, ma facilmente redimibili.

Commenti

luciano.pellegrini59

26 Giugno 2018 - 07:07

Perfetto Ferrara. Rifondiamo però anche l'UNITA', facciamo lei direttore e vedrà che spasso. io ritorno a fare la diffusione domenicale porta a porta. Glielo giuro Luciano

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Rispondifurfaronadia 25 Giugno 2018 - 23:11

Ferrara ti adoro!!!! Mi auguro che Calenda Minniti e Gentiloni leggano e ascoltino.

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Rispondicarlo.trinchi 25 Giugno 2018 - 21:09

La botta elettiva di ieri è solo il timbro di morte di un partito suicidatosi. Riproporre i Gentiloni, Minniti, Calenda è riappendere la corda al soffitto e ripetere il suicidio. Se prima si pensava ad un repulisti di via del Nazareno, oggi si deve cambiare indirizzo. Facce nuove e idee nuove per riacchiapoare il vecchio, cioè l’Europa. È bastata una nave bloccata in mare per far saltare il banco. Tutti lo vedevamo, solo il PD sottovalutava la portata dell’incazzamento nazionale. Oggi parliamo di migranti ed i problemi del paese sono tutti li sempre più grandi, e tutti ad applaudire Salvini. Macron con la sua linea sta diventando un fascista e Salvini un libertador. A questo siamo ed il PD ci ripropone Gentiloni, Minniti, Calenda? Suvvia, siamo seri. Meglio l’esilio, se non oltre confine, almeno per ora, almeno in un convento di clausura e buttare la chiave. L’attesa ha da essere per un nuovo vero. Non c’è fretta perché l’attesa, dopo tanto disastro, non potrà essere breve.

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RispondiCarlo A. Rossi 25 Giugno 2018 - 21:09

Con questo articolo, Ferrara, sì che ha toccato. Dopo, non rimane che scavare. Personalmente, criticare questo governo è pure iscritto nella deontologia professionale. Ma appunto, criticare con argomenti, non svillaneggiare perché, sia onesto, Ferrara, Lei non produce uno straccio di argomento che sia uno, se non che "Salvini è un nazista/fascista/razzista" o tutto insieme. Lei scrive di analizzare la sconfitta. Ma quale analisi si legge in generale sul Foglio in tempi recenti? È analisi dire che va tutto bene, e se molti italiani stanno peggio di anni or sono, è un problema di percezione? Forse dai Parioli o da Montmartre si ha un'altra percezione, magari mi sbaglio. Questo non è giornalismo, o quantomeno, dopo anni passati a stigmatizzare Travaglio o Marcenaro, il Foglio attuale non è migliore, con qualche lodevole eccezione ancora.