Onu: Parmigiano come sigarette. Con etichetta scenario “apocalittico”

Categoria: Italia

Su parmigiano reggiano, prosciutto di Parma e olio evo simile a quella prevista sui pacchetti di sigarette perché a suo dire, nocivi per la salute

19 luglio 2018, di Alessandra Caparello da ww.wallstreetitalia.com

Prodotti made in Italy, simbolo della gastronomia del Belpaese, sotto accusa dall’Onu che sta pensando di introdurre un’etichetta su parmigiano reggiano, prosciutto di Parma e olio evo simile a quella prevista sui pacchetti di sigarette perché a suo dire, nocivi per la salute.

Le Nazioni Uniti hanno preso in mano il documento Time to deliver redatto dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, in cui si paventa la possibilità di introdurre sistemi di etichetta simili a quelli utilizzati in Francia e Gran Bretagna, sugli alimenti che contengono zuccheri, sale e grassi saturi. Da qui l’accusa verso i nostri prodotti.

Come volevasi dimostrare la polemica è servita. Sui social impazza l’hashtag #parmigiano e anche la politica si nuove. Il ministro Salvini non ci sta: “All’Onu sono matti, giù le mani dai prodotti italiani”, twitta. Lucia Borgonzoni, senatrice leghista e sottosegretario alla Cultura, attacca:

“L’Onu si occupi più di risolvere i conflitti del mondo e meno di Parmigiano”.

Anche dall’opposizione si muovono e il dem Ernesto Magorno, con un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura Centinaio: «Attacco assurdo, il governo ha il dovere di intervenire».

Fanno eco al ministro consorzi di produttori, consumatori e nutrizionisti. “Alle Nazioni Unite si cerca di affermare un modello fuorviante, discriminatorio e incompleto — dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti — che finisce per escludere dalla dieta cibi sani e naturali, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

Ma a destare maggiori preoccupazioni sono le potenziali ricadute economiche della misura che, stime alla mano elaborate dal Corriere della sera, colpirebbe il 33% dei prodotti agroalimentari venduti all’estero, uno su tre.

“Scenario apocalittico” – dice il quotidiano – “in controtendenza rispetto alla crescita dell’esportazione di formaggi e latticini in Gran Bretagna: più 7%, con punte del 15% per Grana e Parmigiano reggiano, nel primo quadrimestre di quest’anno rispetto al 2017″.