Perché fa più paura Salvini di Casaleggio

Categoria: Italia

Se il presidente di Rousseau pretende di governare attraverso un algoritmo, il leader della Lega è convinto che rivolgendosi al popolo con i social lo autorizzi alla totale libertà.

PAOLO MADRON, 24.7.2018 da www. lettera43.it

Niente di nuovo sotto il sole, ma le interviste dei Casaleggio (prima della sua scomparsa era il padre Gianroberto, oggi tocca al figlio Davide che ha parlato di recente su La Verità) fanno sempre rumore. Eppure non aggiungono nulla di inedito, poiché tutto ruota intorno alla morte annunciata della democrazia parlamentare, sostituita da quella diretta, radioso sol dell’avvenire, dove il popolo è sovrano senza che nessuno e niente ne filtri la volontà, che si esprime attraverso lo strumento principe della Rete. Forse, ho pensato, fanno rumore perché compendiano in poche righe un’ideologia, una concezione del mondo, e anche un certo disprezzo non tanto per gli istituti tradizionali attraverso cui a democrazia si è sin qui esercitata, ma per la loro obsolescenza. I Casaleggio hanno sempre pensato che l’usura del sistema passasse, prima che per il logoramento delle categorie politiche che lo hanno sostenuto, per il pervasivo strapotere della tecnologia che, se preso per il verso giusto, dovrebbe introdurre a un nuovo umanesimo.

I RISCHI DELLA DEMOCRAZIA 2.0

È una visione orwelliana, non scevra da una certa cupezza, eppure provvista di una sua ragion d’essere là dove sostiene che l’avvento di internet ha comportato una rivoluzione epocale che, investendo le dinamiche percettive, obbliga a un nuovo modo di pensare e organizzare il mondo. Il fatto che una simile concezione porti dritta al rischio di uno Stato etico e all’affermarsi del sovranismo come non voluto effetto collaterale, non ne ottunde una per certi versi fascinosa utopia. Ma siccome ogni visionario è anche un ingenuo, si ha facile gioco a smontarne gli afflati. Per esempio constatando che affidarsi al verdetto di una piattaforma informatica per prendere decisioni politiche vuol dire legittimare la dittatura delle minoranze o, peggio, di gruppi di potere organizzati e fortemente manipolatori.

Se Casaleggio pretende di governare il mondo attraverso un algoritmo indice di massima democrazia (diretta), qualcun altro ha deciso di disintermediare la politica attraverso l’utilizzo dei social network. Tutto giustificato, se il primo a distinguersi nell’impresa è il presidente della più potente nazione al mondo. In questo, tanto per non stare nel vago, Salvini fa più paura di Casaleggio, perché è convinto che il suo rivolgersi direttamente alla gente attraverso una diretta Facebook lo autorizzi alla totale libertà delle sue azioni. Al punto che la divisione dei poteri, il check and balance che ne assicura l’esercizio equilibrato, è un fastidioso orpello che ne frena o rallenta il decisionismo.

GLI SCONFINAMENTI DI SALVINI

Così il leader della Lega si sente legittimato a recitare più parti in commedia, compresi ruoli che nella tanto vituperata democrazia parlamentare non gli spetterebbero. Fosse per lui, vorrebbe arrestare direttamente i clandestini sostituendosi alla magistratura, cacciare il presidente dell’Inps reo di remargli contro e persino, la notizia è di queste ore, vagliare personalmente i curriculum di chi andrà a dirigere la televisione di Stato. E fa molto pensare che, almeno a guardare i sondaggi, la maggioranza degli italiani sia decisamente con lui.