I valori femminili stanno spopolando
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Da circa un secolo, quasi senza accorgersene, le società occidentali si stanno trasformando da società patriarcali a matriarcali.
di Marino Longoni, 29.8.2018 da www.italiaoggi.it
Da circa un secolo, quasi senza accorgersene, le società occidentali si stanno trasformando da società patriarcali a matriarcali. Oggi il ruolo della donna è esaltato e tutelato in molti modi. Sul piano legale sono stati introdotti privilegi in materia previdenziale, nel diritto del lavoro, in quello penale, matrimoniale e perfino corsie privilegiate nelle competizioni politiche e per l'accesso ai cda delle società più importanti, introducendo una deroga importante al criterio del merito.
Ma non solo sul piano legislativo la donna ha conquistato molti privilegi. È nella vita quotidiana, nel sentire comune, che è ancora più forte questo ribaltamento dei ruoli. All'interno delle mura domestiche (dove, fino al 1975, il marito aveva il titolo di capofamiglia) normalmente è lei a dirigere il mènage quotidiano, a dettare le regole della convivenza familiare. Nella comunicazione pubblica, e in particolare nella pubblicità, la virilità è pressoché assente, se non sul banco degli imputati, o come oggetto di ironia. Anche il linguaggio comune evidenzia questa preferenza. Per esempio: figa, figo, figata sono sinonimi di bello, mentre minchiata, cazzone, testa di cazzo hanno valenza dispregiativa.
La causa di una rivoluzione nei costumi così profonda è probabilmente da ricercarsi nelle tragedie delle due guerre mondiali, iniziate baldanzosamente come affermazione della volontà di potenza di un popolo e finite in un'immane carneficina. La crisi è esplosa nel '68 quando i valori tipicamente maschili del militarismo, del cameratismo, del rispetto delle gerarchie, della capacità di autodominio sono stati riclassificati come spazzatura. Retaggio fascista.
Le giovani generazioni sono naturalmente quelle che soffrono di più gli effetti di una società demascolinizzata. È sufficiente osservare gli adolescenti nei loro momenti di libertà per accorgersi che, mentre le ragazze sono spesso ciarliere, sicure di sé, a tratti persino spavalde, i maschi si mostrano di frequente assenti, insicuri, privi di iniziativa: la demonizzazione dei valori tipicamente maschili (competizione, forza, affermazione di sé) ha reso per loro difficile identificarsi in un modello positivo di virilità, che non sia quello effimero dei calciatori. E questo li rende sempre più fragili e insicuri.
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