Il nuovo modello di leader al potere è il 'maschietto di mammà'

Categoria: Italia

L'uomo forte che piaceva a destra e che venne rappresentato da John Wayne oggi ha lasciato spazio a figure isteriche, debitrici dei difetti dell’altro genere, fragili e irose. Leader che ci manderanno al disastro.

PEPPINO CALDAROLA, 7.11.2018 www.lettera43.it

Ma quando parla di disabilità, Di Maio sa quello che dice?

Alcuni si illudono che l’abbandono di Matteo Salvini da parte di Elisa Isoardi (se è andata proprio così) scalfisca l’immagine del vice-premier. Come al solito si ragiona su schemi. Dal momento che il leader della Lega fa una politica che a tanti sembra di poter definire “fascista” e che ha preso gusto a citare frasi mussoliniane, il fatto che non sia macho come il duce può nuocergli. Salvini, invece, si prende gioco di noi e di queste costruzioni del suo personaggio fatte dal nemico che lui regolarmente smentisce perché ha in testa un’altra idea.

Salvini non vuole fare il macho italiano. Salvini è uno di noi. Quello che dice la cosa più ruvida al bar, che non colpirebbe una donna neppure con un fiore ma è rigorosamente antifemminista, che i gay li rispetta ma è scontento di stare in un governo pieno di 'froci', che dice le cose che una buona mamma di un’altra generazione gli avrebbe sconsigliato di dire in pubblico ma che oggi si dicono “solo” in pubblico. Salvini è uno di noi che fa il ministro e che forse farà il premier per fare quello che noi pensiamo si debba fare: un bel vaffa all’Europa, fuori i neri dai co....oni, ad ambientalisti e sinistra gli facciamo un mazzo così. Anche i leader che piacciono a Salvini sono, dal punto di vista maschile, poco fascinosi. Vladimir Putin farà strage di cuori di ballerine russe ma è il personaggio secondario del classico film sulla Seconda guerra mondiale che vuole portarsi a letto la diva e non ci riesce. Donald Trump sembra un sotto-dotato. Jair Bolsonaro un uomo dalle pericolose inclinazioni, uno che lo fa strano, ma molto strano.

ORA IL MODELLO MASCHILE DELLA POLITICA È IL TENERONE

Il modello maschile che piaceva a destra e che venne rappresentato da quel gigante di John Wayne lascia spazio a figure maschili isteriche, debitrici dei difetti dell’altro genere, fragili e irose. Se proprio dovessi fare un paragone storico, più simili a Adolf Hitler che a Benito Mussolini. Ovviamente tutti quelli che ho citato, e soprattutto Salvini, non sono né Hitler né Mussolini. Quello che voglio dire è che Salvini sta introducendo nel dibattito pubblico italiano, sul tema della leadership maschile, alcune novità dei tempi. È finito il “maschione”, c’è il “tenerone” che sorride sempre, che parla con i selfie, che viene tradito ma non ne fa un dramma e perdonerebbe sempre, che le mamme guardano con simpatia («povero figlio») e che i bambini vorrebbero toccare. È l’Italia che alza la voce ma non ha più ambizioni, quindi non vuole né leadership maschilissime né statisti ieratici, vuole ragazzoni di borgata svelti di lingua e forse anche svelti di mano.

L'ESEMPIO VINCENTE DELLE DONNE AMERICANE

La Isoardi è finita in una brutta avventura. Sui social la massacreranno come già hanno iniziato a fare. Lei, povera stella, non ha capito che la sua parte, nella commedia dell’italiano qualunque che diventa premier è quella stantia della bella del capo, magari anche un po’ infedele ma donna che sta al suo posto (non si diceva così una volta?). La vera tragedia è che la rivoluzione femminile, che ci salverà dalla destra mondiale, ha avuto in questi anni fra le donne pubbliche poco seguito. Sono emerse solo figurette al seguito di maschi poco maschili, come Di Maio, Conte, Salvini e Renzi. La donna di… la ministra di… Oggi sappiamo da Segolene Royal che su alcune ministre italiane alcuni colleghi francesi facevano battute sessiste in presenza di un taciturno Renzi. Che vergogna! È per questo che quando è caduto il loro leader sono cadute anche loro. La svolta verrà solo da un ricambio che riempia la politica di giovani incazzati e di donne come quelle americane che hanno vinto la battaglia per la Camera. Con uomini così femminili alla guida del mondo verranno solo disastri. Mi rendo conto che l’espressione “uomini femminili” può tirarmi addosso un putiferio, ma ci siamo capiti. Detto brutalmente, preferisco un premier o vice premier gay a uno come Salvini o Di Maio, cioè il maschietto di mammà.