Contro i populisti non basta una sberla europea

Categoria: Italia

Il governo è isolato, ma ha il coltello dalla parte del manico. La sua scommessa politica è un fatto senza alternative

di Giuliano Ferrara 14 Novembre 2018 www.ilfoglio.it

Commenti 10

L’hanno buttata in politica da subito, il Truce e Mr Ping. E non hanno mai cambiato idea. Non è solo ricerca demagogica del consenso, una cosa che si vede a occhio nudo e fruttifica, è anche altro, è appunto spirito manovriero. Più abile e pericoloso del suo omologo vice “bone china”, il Truce ha detto un paio di giorni fa: “L’Italia sta bene”. Faccia tosta, certo, ma anche un segnale. Sanno che possono continuare a buttarla in politica. Sanno che non siamo la Grecia dal 2009 al 2015, conti truccati, indebitamento con l’estero, bilancia commerciale in perdita, niente avanzo primario, banche tecnicamente fallite, recessione bestiale, marginalità intrinseca rispetto all’area dell’euro, contesto internazionale di isolamento totale, governo de sinistra improvvisato, vecchi slogan pre-populisti e postmarxisti, un’economia dieci volte inferiore alla nostra. Sanno che i commissari di Bruxelles avranno la vita dura se cercheranno di fermarli con i numeri, le compatibilità finanziarie, i ragionamenti sulla composizione del bilancio del cambiamento, le procedure di infrazione, le minacce di Troika e le ispezioni del Fondo monetario, o anche semplicemente un nuovo epistolario della Bce da Francoforte. Le cose hanno girato. Brexit, Trump, Visegrád eccetera.

I loro ragionamenti, per usare questa espressione inidonea, o meglio i loro istinti, sono binari e sempre politico-simbolici. Ponte Morandi, campagna anticapitalistica e nazionalizzatrice, lo stato prende tutto, applausi e selfie in chiesa. Il ponte poi si vede, c’è tempo. Chiusura dei porti a scansare l’immigrazione che non c’è, risposta frammentaria e umanitaria, impotente e gradualistica, caso per caso, degli europei: l’Italia del cambiamento vince la prova di forza. Gli immigrati, i rimpatri, poi si vede, c’è tempo. Così su tutto, tranne l’accaparramento delle postazioni di potere, lì c’è fretta. Politica all’osso. E anche la manovra, il 2,4 per cento e tutto il resto, serve a spargere sale sulla ferita della Fornero, a predicare insieme espansione, crescita e decrescita felice, bell’ossimoro, ed è una manovra più politica che tecnico-finanziaria. Con lo spread e i mercati ce la vedremo, si giochicchia, certo è un rischio, ma può la zona euro, può l’Unione permettersi un’altra grande crisi, stavolta di origine italiana, del debito sovrano? E se non può permettersela, può permettersi di non attivare compromessi e misure anticicliche sui mercati, per salvare capra e cavoli?

Questa è la scommessa, elementare, politicistica, giocata sul buonsenso buonsensaio. Inutile che ci riproponiate le agende Giavazzi o Draghi, dicono i vice del cambiamento, sappiamo che stiamo forzando le cose, ma ce lo possiamo permettere per ragioni storiche, di politica internazionale, istituzionali, di debolezza degli interlocutori politici. Schäuble è a capo del Bundestag, la sua tutela eurocratica è un vago ricordo, la Merkel in declino, una persona civile, piena di risorse, ma incastrata in un brutto affare di decadenza elettorale della grande coalizione, e Macron tiene alta la bandiera, ma non è in grado di produrre fatti senza l’alleanza fattiva e viva con il nord Europa e con la Germania. Saremo pure isolati, pensano, ma siamo in grado di resistere alle procedure, perché, come sostiene il Truce, “l’Italia sta bene”. Capito?

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Commenti

fabio.ferrini

14 Novembre 2018 - 16:04

L'Italia non sta bene. Si illude di star bene. Da 40 anni.

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14 Novembre 2018 - 15:03

Al direttore – Ferrara e l’inefficienza dell’Europa. Do you remember? “Che fai, mi cacci? A latere: un lontano parente materno molto facoltoso, tormentato da due figli insaziabili, ribelli alle regole della famiglia, dopo aver consultato avvocati e notai, dovette arrivare alla conclusione che complessivamente era meglio, più conveniente per la famiglia tutta, tenerseli in casa che diseredarli. Una pragmatica valutazione costi-benefici. Chissà come sarebbe andata se il Cavaliere fosse arrivato alla stessa conclusione. Coi chissà non si cambiano gli accaduti, ovvio, ma quando avverti il pericolo del tetto che frana, è istintivo, tirarli in ballo.

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14 Novembre 2018 - 14:02

Al dir etto re - Ferrara e l'insufficienza della sberla europea. Do you remember? “Che fai, mi cacci? A latere: un lontano parente materno molto facoltoso, tormentato da due figli insaziabili, ribelli alle regole della famiglia, dopo aver consultato avvocati e notai, dovette arrivare alla conclusione che complessivamente era meglio, più conveniente per la famiglia tutta, tenerseli in casa che diseredarli. Una pragmatica valutazione costi-benefici. Chissà come sarebbe andata se il Cavaliere fosse arrivato alla stessa conclusione. Coi chissà non si cambiano gli accaduti, ovvio, ma quando avverti il pericolo del tetto che frana, è istintivo, tirarli in ballo.

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Rispondistearm

14 Novembre 2018 - 14:02

Del piano politico-simbolico possiamo tranquillamente disinteressarcene. è il problema minore ormai. Stiamo assistendo alla morte dello Stato Italiano. Nulla può fare l'Europa, oltre che osservare un popolo che ha deciso di cessare di esistere. E non si tratta di populismo, di Mr. Ping e del Truce, semplici comparse di questo dramma. Sta emergendo la verità storica: l'Italia è un'entità fittizia, la somma aritmetica di 60 milioni di individui, di cui la stragrande maggioranza ragiona da cittadino 'free rider'. Ergo, non siamo capaci come popolo di darci una forma statale moderna. I primi segnali emersero negli anni Settanta. Poi tra piccole rinascite e ricadute siamo arrivati al fatidico Referendum che ha sancito purtoppo questa verità storica. Crollato l'ultimo bastione, l'argine, siamo ormai prossimi a dividerci in quattro/cinque macro-regioni, sperando che il tutto avvenga in maniera pacifica.

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Rispondimauriziobarbetti23

16 Novembre 2018 - 17:05

"Crollato l'ultimo bastione, l'argine, siamo ormai prossimi a dividerci in quattro/cinque macro-regioni" Magari! e te lo dice uno di sinistra

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Rispondileless1960

14 Novembre 2018 - 13:01

Anche ricordare i fatti da questo punto di vista mi suggerisce tanto gli azzardi dei nascenti partiti nazi fascisti.

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RispondiGiovanni

14 Novembre 2018 - 12:12

La gente si stancherà anche di loro. Anzi già, sopratutto per i pentacasaleggiati, il riflusso è già iniziato mentre per la Lega salviniana il vento è ancora in poppa. D'altra parte io considero Salvini il più pericoloso ma i casaleggios i più dannosi. Salvini, potrei sbagliarmi, ha un certo rispetto per il mondo industriale italiano e le sciocchezze filo-pentastellate che a volte ha pronunciato sono state a mio avviso semplici "paraculate. D'altra parte anche Mussolini lisciò il pelo agli industriali che temevano il galoppante comunismo per poi diventarne il "dominus" e scaraventarli in una guerra mondiale e per giunta coll'alleato sbagliato. Più o meno lentamente i pentastellati cominceranno a perdere forza perchè sono fondamentalmente incompetenti, arruffoni e vorrebbero che l'Italia tornasse agli inizi del '900. Salvini, invece... potrebbe veramente portarci fuori dall'UE e potrebbe scaraventare l'intera Europa nel caos.

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Rispondiancian99

14 Novembre 2018 - 15:03

Sono d'accordo con quanto da Lei lucidamente e spietatamente scritto. Non abbiamo alternative. Quelli che hanno il potere sono stati votati dalla massa incolta che correva a Piazza Venezia per le adunate oceaniche. Speriamo che , come ha detto Draghi, si tratti solo di "piccoli Mussolini".

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RispondiDBartalesi

14 Novembre 2018 - 10:10

Analisi molto lucida. l'Italia non sta affatto bene ma forse l'Europa se la passa peggio, dal punto di vista politico. Perchè indebolita nella struttura di comando, ma soprattutto perchè incapace di usare un linguaggio diverso da quello dell'economia, dal greco oikos dimora e nomia, "amministrazione della casa". L'amministrazione di una casa che traballa forte. Un'Europa che sembra rinchiusa in una sorta di autismo fatto di numeri. Le litanie che sentiamo. Salvini e gli altri leader sovranisti devono aver fiutato questa debolezza e si permettono lo sberleffo, il "me ne frego" di fronte alle pallide cifre. Con piglio ribaldo preparano i loro popoli al confronto delle prossime elezioni. Contro la "perfida Europa". Mutatis mutandis, anche in mutande. Ma contro gli affamatori!