. Le proposte degli M5s spingono il lavoro nero

Categoria: Italia

Osservo: un giovane non può sostituire un esperto.

di Domenico Cacopardo, 10.1.2019 www.iyalioggi.it

Art. 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (finanziaria 2019), comma 256: «Al fine di dare attuazione a interventi in materia pensionistica finalizzati all'introduzione di ulteriori modalità di pensionamento anticipato e misure per incentivare l'assunzione di lavoratori giovani… con appositi provvedimenti… si provvede a dare attuazione agli interventi ivi previsti.» Osservo: un giovane non può sostituire un esperto. E poi, se le indiscrezioni che circolano saranno confermate, in settimana vedrà la luce (con il reddito di cittadinanza) la nuova normativa che, insieme al merito dei trattamenti, stabilirà che chi fruisce del pensionamento anticipato e ridotto può svolgere attività lavorative i cui ricavi, peraltro, non debbono superare i 5 mila euro annui. Appare evidente che gli autori delle norme non conoscono le problematiche pensionistiche e lavoristiche nonché gli elementi base della sociologia delle attività lavorative.

Il punto di partenza (il comma 256) potrebbe essere condiviso, a condizione che non comprometta il bilancio previdenziale italiano. Il che, secondo gli esperti, non è. A meno di un ridottissimo ricorso alla nuova possibilità. In realtà, chi ha raggiunto il numero di anni di contribuzione occorrenti per raggiungere la mitica quota 100 (somma di età e, appunto, di contributi) può essere spinto alla pensione da due motivazioni tra loro sommabili: la stanchezza e l'attesa di integrare la pensione (che sarà magra) con un lavoro di consulenza. Si tratterà, infatti, di persone sulla sessantina che hanno acquisito in una quarantina di anni di anzianità le competenze occorrenti ad aziende e singoli. Il limite immaginato (5 mila) significa un compenso mensile di 400 euro circa: una cosa ridicola.

È ovvio, quindi, che la quota eccedente i 5 mila euro sarà corrisposta in nero, allargando l'area dell'evasione fiscale. Ci sono altri due punti da sottolineare: il contrasto con l'art. 4 della Costituzione («La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto…) e quello contro la scienze sanitarie che postulano attività impegnative per tutti gli anziani.

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