Tav: i grandi paraguru dei costi e benefici

Categoria: Italia

Di Maio: prevedo il boom economico. Salvini: le canne non sono nel contratto.

Le lettere al direttore del 12 gennaio 2019 www.ilfoglio.it

1-Al direttore - Di Maio: prevedo il boom economico. Salvini: le canne non sono nel contratto.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - L’intervista a Marco Ponti sulla Tav (Corriere di ieri) mi fa pensare che ci sarebbe bisogno di un intervento (autorevole, di uno accademico) che spiegasse che le scienze riducibili a calcolo matematico (ridurre la natura a numeri!) sono pochine e certo non ci rientra la politica! Ché dopo i Nobel a Simon, Kahneman, Thaler davvero è difficile pensare che una decisione politica (cioè umana) possa essere ridotta a calcolo matematico dei vantaggi economico-finanziari, ché nelle decisioni umane conta il senso, il loro valore simbolico.

Mario Rodriguez

Quando un politico gioca la carta dei costi e dei benefici quel politico di solito sta cercando solo un modo per scaricare su qualcun altro la responsabilità di una scelta che non ha il coraggio di prendere da solo.

3-Al direttore - La vicenda della nomina del presidente della Consob, con il persistere del temporeggiamento dopo oltre quattro mesi di “vacatio” della carica, concorre a formare l’emblema dell’inadeguatezza del governo. Vi è, comunque, un aspetto che sembra diffusamente sfuggire. La proposta di nomina da sottoporre al capo dello stato – che ha l’insindacabile potere di accettarla o di rifiutarla ovvero, ancora, di richiedere su di essa ulteriori riflessioni – non è del Consiglio dei ministri, tanto meno delle due forze della maggioranza, ma, come dice la legge regolatrice, del presidente del Consiglio. Egli, cioè, è titolare di tale attribuzione “iure proprio”. Perciò non potrebbe mai essere un semplice “missus, quasi per litteram” di decisioni altrui. Dunque, è auspicabile che, in un clima in cui è parso che un ruolo attivo il premier cominci a essere intenzionato a svolgere, sia pure accompagnato da un tentativo manzoniano di “sopire, troncare… troncare, sopire”, Conte colga anche questa opportunità per far valere fino in fondo – in un campo delicato, in questo caso – tale specifico potere di iniziativa conferitogli dalla legge. Da stimato giurista qual è, è immaginabile che questa doverosità di comportamento non gli sfugga affatto. E allora? Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

4-Al direttore - L’adesione di Beppe Grillo all’appello per la difesa della scienza, promosso da Roberto Burioni e Guido Silvestri, è stato un colpo durissimo per il côté oscurantista del movimento pentastellato. Luigi Di Maio ha masticato amaro, e non ha nascosto una pur contenuta delusione. Schiumanti di rabbia, i No Vax lo hanno invece accusato di essere un viscido traditore. Ora, la storia è piena di traditori, per mille cause e per mille passioni. Ma chi è il traditore? Che sia chi infrange un giuramento, o vìola il patto che unisce una comunità, pare abbastanza ovvio. Tuttavia, per non parlare degli adulteri nella sfera privata, l’attributo di traditore è stato dato anche a rivoluzionari e voltagabbana, apostati ed eretici, convertiti e rinnegati, ammutinati e disertori, spie e collaborazionisti, ribelli e terroristi, crumiri e pentiti. Se poi osserviamo il tradimento nelle diverse epoche, la percezione che ne hanno avuto i contemporanei è assai più mutevole delle sue definizioni formali. Non per caso uno che se ne intendeva, lo “stregone della diplomazia” Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, disse che “la trahison n’est qu’une question de temps”. Voglio quindi spezzare una lancia in favore del comico genovese. Stia sereno, e ricordi ai suoi detrattori la massima sul tradimento coniata a inizio Seicento da sir John Harington, un cortigiano della regina Elisabetta d’Inghilterra (famoso per aver inventato lo sciacquone): “Il tradimento non ha mai successo, per quale ragione? Perché se ha successo nessuno osa chiamarlo tradimento”. Beninteso, io mi auguro che abbia successo.

Michele Magno