L’infamia madurista: l’unica risposta da dare siamo noi, i liberali

Categoria: Italia

Il madurismo è lo stampino delle deformazioni populiste. Per la rinascita serve tifare per la libertà, non per nuove idee

di Giuliano Ferrara 25 Gennaio www.ilfoglio.it

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Maduristi o liberisti, questo è il problema. Il madurismo non è solo un’infamia contro la nazione venezuelana e il popolo propriamente detto, per schiacciare la quale vanno bene perfino Trump e Bolsonaro (senza grandi illusioni). Il madurismo è anche lo stampino chavista di tutte le deformazioni antiliberali e antiliberiste del pensiero di parte della sinistra e del confusionismo populista in Europa. E’ Cosa nostra, in altri termini. Da Podemos a Mélenchon, con i suoi eroi in gilet giallo, fino ai titolisti neofeltriani del Manifesto e ai tardi, inquietanti, silenziosi governanti del cambiamento, mai così imbarazzati come nella giornata di ieri, in lieta compagnia di Erdogan e di Putin. Dall’altra parte della dittatura di quel vasto armadio balconaro vestito di rosso, dall’altra parte dell’iperinflazione e della fame nel paese potenzialmente più ricco dell’America latina, dall’altra parte di quel miscuglio di clientelismo popular andato a male, di corruzione, di militarismo con il pugno chiuso, di esodo tragico e di repressione sanguinosa in mezzo ai brogli elettorali, dall’altra parte, scusate, ci saremmo noi liberali e liberisti. E nessun altro.

Tutti indicono concorsi per “nuove idee” capaci di rigenerare la sinistra e le élite tradite dalla storia che ha voltato loro le spalle procedendo in parata sotto le insegne del quinto stato sovranista e redistributore, cioè di forme più o meno larvate di madurismo. Aggredire le diseguaglianze lancinanti, distribuire soldi al popolo, battersi senza tregua per l’indipendenza della nazione, destituire le rappresentanze parlamentari della loro legittimità, attaccare le banche e gli ebrei, e magari i gringos, annientare la stampa e il complesso occidentale o europeo, piantarla con i professoroni della Bocconi e i radical chic, e tornare alle origini livellatrici dell’ideologia novecentesca di maggior durata e successo: non sono varianti programmatiche in corso, nel rimettersi in gioco poco poco delle nostre élite, del madurismo e del chavismo? Non è in quel pozzo nero, a porti chiusi e a deportazioni avviate e a sussidio schiavistico di pigranza in via di elargizione, che si devono cercare le novità ideali e i programmi di una qualsiasi alternativa ai governi del cambiamento. Va detto ai Polito e agli Zingaretti. Le idee della rinascita ci sono, e sono quelle vecchie travolte dall’orgia di demagogia politica e civile, e di abissale ignoranza delle cose, che ha portato al comando la pestiferante nuova classe dirigente avallata dai suoi volenterosi complici. Sono le idee dei gringos, per l’appunto, come la lettera della Bce, come il discorso di Macron alla Sorbona, come le interviste di Soros o di Mario Monti o di Wolfgang Schäuble, come i documenti del Fmi.

Come si cura il ridimensionamento popular della democrazia rappresentativa? Con più democrazia liberale. Come si respinge la curvatura di sudditanza all’orso russo del sovranismo alla Marcello Foa? Con iniezioni di occidentalismo spinto. Come si evita la decrescita rousseauiana nutrita di balle spaziali su banche e autostrade e infrastrutture, alimentata dalla calunnia antisemita e dalle campagne da paura contro il capitalismo dei mercati mondiali? Con l’ordoliberalismo, I presume, la solita economia di mercato socialmente orientata, con la lettera di Draghi, le prescrizioni antidebito e pro riforme del mercato del lavoro, con la legge Fornero, con le avvertenze di Cassese, con le analisi di Panebianco, in opposizione al dilagante mercato dell’ozio e della pensione a 57 anni. Chi dice che bisogna andare in cerca di nuove idee per la sinistra o per l’opposizione di alternativa agli sfascio-populisti, lo sappia o non lo sappia, in realtà cerca di negare, desolidarizzandosi dal sé di appena ieri, tutte quelle ottime idee di governo della società occidentale, riassunte egregiamente nel discorso alla Sorbona di Macron.

Bisogna trivellare, defiscalizzare il costo d’impresa, aumentare i salari nel settore pubblico e privato, innovare in tecnologia, generare il più grande programma di formazione e trasformazione del lavoro nella storia recente, bisogna fare tante cose che erano e restano implicite nei momenti decisivi di sviluppo, a destra nel centro moderato e a sinistra (quella non madurista), dell’idea e della pratica di una libertà globale con le sue istituzioni, le sue regole, la sua inclinazione agli scambi, al libero commercio, e a tutte quelle dimensioni dell’esistenza economica effettiva che hanno portato nel mondo al contrario del madurismo, l’esatto opposto, la riduzione della soglia della povertà, della fame e delle diseguaglianze.

Commenti

Giusgiand 25 Gennaio 2019 - 19:07

Vorrei far notare a Ferrara che anche Ping (copyright: Giggino) ha prontamente appoggiato Maduro, in lieta compagnia di Putin ed Erdogan. E forse la Cina, questo mostruoso connubio di capitalismo nepotista e comunismo orwelliano, forse conta un po’ di più. Ma per lui niente rampogne. Stranetto. Sarà perché frequenta i liberali-liberisti di Davos e ne riscuote gli applausi a scena aperta?

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Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 25 Gennaio 2019 - 17:05

Già, noi liberali: la diga contro i maduristi e populisti. Ottimo. Sarebbe necessario ripartire del 1861 e dalla Destra Storica. Dal 1876 la successione di, socialismo, fascismo, cattolicesimo hanno ridotto la dottrina liberale, prima ad un specie di li/lab, poi alla cultura cattocomunista e allevato masse di cittadini e intellettuali e politici che di autenticamente liberale non avevano nulla. Così è andata. Il passato non lo si può cambiare. Il futuro per i liberali, meglio per il modello politico/economico/sociale cui si ispirano sarà come scalare l’Everest a mani nude. Sembra che, sia il comunismo sia il liberalismo, non siano stati capaci di sintonizzarsi col treno della storia. Succede quando la politica si trasforma in esclusivo carpe diem.

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Rispondistearm 25 Gennaio 2019 - 18:06

Ma, con tutta la stima non sarebbe meglio guardare avanti? Io preferisco vivere oggi in Europa che nel 1870. La dialettica liberalismo/socialismo ci ha portato fin qui, sconfiggendo gli estremisti. Uomini in carne ed ossa, magari divisi a volte appunto su alcune questioni, ma divisi in quanto avversari politici, non nemici. Parlare di fallimento a me sembra improprio. Ma appunto guardiamo avanti, che la storia non e' solo un susseguirsi di catastrofi.

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Rispondimanfredik 25 Gennaio 2019 - 17:05

Ma Ferrara, lei non è mai stato e non è "liberale". Ha avuto un'ottima formazione politica, è un uomo intelligente, ma non "liberale". "Liberale"... è un'altra cosa.

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RispondiLibertario di San GiustoLibertario di San Giusto 25 Gennaio 2019 - 15:03

Trovo che tra il Chavismo/Madurismo e i populismi europei ci sia - per fortuna - un oceano in mezzo. Non scomodiamo il Venezuela per criticare Di Battista & disgraziata compagnia. Non ce n'è bisogno.

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Rispondileless1960 25 Gennaio 2019 - 14:02

Peccato che certe derive abbiano consenso perché dall'altra parte non c'è tradizione e pratica di liberalismo illuminato, democratico, come volete, ma di abusi, difesa di privilegi, accaparramento di ogni risorsa. Schierarsi va bene, ma non dobbiamo mai dimenticare di contestualizzare le vicende del mondo.

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Rispondistearm 25 Gennaio 2019 - 17:05

Abusi, privilegi, corruzione esistono sotto qualunque sistema. Ma soprattutto siamo noi che commettiamo abusi, sfruttiamo privilegi e siamo predisposti a corrompere se ne abbiamo l'occasione. Noi, esseri umani, noi 'popolo'. Per questo le rivoluzioni popolari sono sempre fallite. Il governo del 'popolo' come il tribunale del 'popolo' sono delle trappole semantiche. Se da una parte esiste il 'popolo' (gli sfruttati, i vessati), cosa c'è dall'altra parte? Il non-popolo. Vogliamo credere a questa favoletta? No, no. Preferisco allora considerarmi 'non-popolo', meglio passare per sfruttatore, vessatore, privilegiato che ergermi a 'popolo'. Meglio credersi potenziale carnefice che vittima sacrificale, perchè chi si considera potenziale carnefice può almeno cercare di limitare il male che può commettere, chi invece si crede vittima non prende nemmeno in considerazione la possibilità di fare del male al prossimo. Infatti il terrorista pensa sempre di essere lui la vittima.

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Rispondibezzicante 25 Gennaio 2019 - 13:01

Applausi

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Rispondiborlavanna 25 Gennaio 2019 - 12:12

Scusi Ferrara, se il voto lo sancisce, ognuno ha il governo che si merita, come da noi e come in America. Brogli? Può essere ma, che ne dice di Trump e il russiagate? I veri liberali sanno riconoscere i difetti della democrazia e noi occidentali liberali siamo sempre pronti a dire questo ci piace e quello no con risultati catastrofici (Iraq, Libia). Bisogna lavorare...... Per il resto sono quasi sempre d'accordo con lei

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Rispondijoepelikan 25 Gennaio 2019 - 12:12

Dal punto di vista economico potrei essere anche d'accordo. Peccato che dal punto di vista spirituale questo significhi ammazzare i bambini sia prima che dopo la nascita, eutanasizzare sia sani che malati, esaltare i pervertiti come massima istanza morale e consegnare loro i bambini innocenti, ridurre il femminile a macchina per la riproduzione conto terzi, afroislamizzare l'Europa lasciando via libera ai miliardi che premono dall'Africa, frenati solo dal deserto e dal mare, trasformare la Chiesa in una patetica ONG al servizio delle di cui sopra ideologie, spianare la strada al vero antisemitismo, quello che porterebbe alla distruzione di Israele (criticare il miliardario criminale globale non è antisemitismo.)

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Rispondistearm 25 Gennaio 2019 - 11:11

Giusto sottolineare Il redistribuzionismo anti-crescita (madurismo, grillismo, ma anche quello 'territoriale' leghista), ma Ferrara da non-economista fa un pò di confusione su quello che la storia economica delle democrazia liberali ci dovrebbe avere insegnato. Ovvero che ci sono buone ragioni, buone in quanto anti-ideologiche ovvero pragmatiche, per una sana regolamentazione dei meccanismi del mercato, che sono già state incorporate con successo in tutte le democrazie liberali, con differenze certo, ma in linea con quello che la teoria economica (non ideologizzata) giustifica in termini di ottimizzazione del welfare sociale. In tutte le società liberali, ci sono già meccanismi efficaci di redistribuzione che massimizzano la crescita economica nel lungo periodo. Per fare un esempio, l'ordoliberalismo tedesco non è 'ultraliberista', prevede tassazione progressiva del reddito, concertazione tra imprese e sindacati e un welfare relativamente esteso basato su un mix di pubblico e privato.

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RispondiCohleandHart 25 Gennaio 2019 - 11:11

perfetto. da stampare e condividere.

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Rispondipipage1 25 Gennaio 2019 - 10:10

Grande Ferrara, un articolo perfetto che contiene un programma di politica economica per due legislature che veramente rilancerebbe questo paese tra i grandi del mondo. Grazie

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Rispondiguido.valota 25 Gennaio 2019 - 10:10

Vaste programme. Qui ci accontentiamo di molto meno. Il condono della terrazza a Ischia nascosta dietro il ponte di Genova, la riscossione del dovuto per il voto 5$, il permesso esplicito di proseguire nel furto e nell'evasione fiscale e contributiva con l'esempio dei capi. Tanto i soldi per vivere beatamente nella realtà separata prodotta da Casaleggio e Foa continueranno a fornirli i fessi che vivono e pagano nella realtà di prima del Cambiamento.

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RispondiGiovanni Attinà 25 Gennaio 2019 - 10:10

Il problema è uno solo: la cura Maduro e, prima di lui, Chavez , sta facendo morire di fame il popolo venezuelano, nonostante la grande ricchezza del petrolio. Poi per un governo populista che nega le minime libertà dovrebbe imperare l'isolamento , altro che la solidarietà dei veri Putin, Cina e perfino l'antidemocratico Erdogan che il cosiddetto Occidente non si capisce perché riempie di miliardi, vedi vicende immigrazione.

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Rispondicarlo.trinchi 25 Gennaio 2019 - 09:09

Direttore ci metta il cappello faccia un manifesto delle cose scritte e ricerchi chi possa interpretarle mettettendole in pratica in un partito questa volta veramente nuovo, europeo e alternativo allo sfascio. Il tempo di intervento sta scadendo. Ora o mai più.

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RispondiSkybolt 25 Gennaio 2019 - 18:06

Mi sembra che sia già stato fatto, il cappello intendo. Per una causa degna. Finita com'è finita. P.S. Mi sembra di ricordare che uno dei maggiori investitori occidentali in Venezuela sia l'ENI, che ha esplorazione, estrazione, raffinazione (con un impianto per il greggio ultrapesante all'avanguardia) e distribuzione, Sei mesi fa la PDVSA, la compagnia di stato, doveva all'ENI mezzo miliardo di dollari, soldo più soldo meno. Ne vogliamo serenamente parlare? Grazie.