La nota politica Il vero ricatto degli scafisti

Categoria: Italia

L'intera politica di un Paese incentrata sull'arrivo di alcune decine di profughi

di Marco Bertoncini 31.1.2019 www.itliaoggi.it

L'intera politica di un Paese incentrata sull'arrivo di alcune decine di profughi. Se si guardasse asetticamente la vicenda, verrebbe da dar ragione a Silvio Berlusconi: «47 nuovi immigrati, che si aggiungono ai più di 600 mila che abbiamo oggi sul nostro territorio, non cambiano nulla». Si aggiunga che, alla fine, l'intento del Cavaliere si è avverato, per decisione governativa: «Se fosse una mia responsabilità, io li farei sbarcare senza alcun dubbio».

Basterebbe, invece, riflettere sul comportamento dei Paesi europei per comprendere la delicatezza della questione. Se il peso di una cinquantina di migranti rispetto alle centinaia di migliaia già in circolazione può essere giudicato di scarsissima rilevanza, gli altri Stati europei tollerano con estrema fatica di ospitarne alcuni di quella cinquantina. Cedono alle insistenze diplomatiche con riluttanza. Questo perché sono consapevoli che i propri cittadini (ovunque, dai Paesi di Visegrad alla prima tollerante Olanda, dai tradizionalmente ospitali Stati nordici, alla saccente maestrina Francia) non ne vogliono sapere e vedono un pericolo in qualsiasi cedimento sull'accoglienza. Vale il principio: più ne accogli, ancor più ne verranno.

Non che il blocco totale fermerebbe gli sbarchi, ma senza dubbio limiterebbe ancor più gli arrivi. Il problema è di contenimento, senza cedere quindi ai ricatti. Ricatti: non c'è altra parola per definire la miscela di clandestini, profughi, donne, donne incinte, minori, ammassata dagli scafisti con l'unico scopo di muovere la compassione del continente, tramite il buonismo degli appartenenti alle ong. Così, il messaggio che il percorso resta praticabile è sempre ripetuto, fin dal catastrofico appello papale da Lampedusa.

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