L'avvicinamento tra M5s e FdI passa dalla security di Conte?

Categoria: Italia

La sicurezza del premier gestita dal fratello di un deputato di Fratelli d'Italia sembra una nuova mossa per fare entrare il partito di Giorgia Meloni nelle stanze dell'esecutivo.

LUIGI GALLEANO, 23.2.2019 www. lettera43.it

Mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a rosicchiare consensi agli alleati di governo del Movimento cinque stelle, a Palazzo Chigi c’è una notizia che sta tenendo banco da giorni e che secondo fonti autorevoli potrebbe essere un indizio per leggere il futuro rimpasto dell’esecutivo di Giuseppe Conte. Con le Europee in vista, con la Lega che potrebbe portare a casa un risultato superiore al 30% e i 5 stelle sotto al 20, e lo spettro di una manovra correttiva per i dati sempre più desolanti del nostro quadro economico, a destare stupore è stata la scelta di affidare la delega della Sicurezza del presidente del Consiglio al fratello di un deputato di Fratelli D’Italia, carabiniere di lungo corso.

L'AVVICINAMENTO DI FDI AL M5S

Si tratta di Francesco Cirielli, generale dell’Arma, già nel Sismi per volere dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante i vecchi governi di centrodestra, fratello di un onorevole noto per aver messo nel 2005, Silvio regnante, il suo nome sulla legge riguardante la prescrizione. È lui a gestire direttamente tutti gli spostamenti e la sicurezza del presidente del Consiglio. A detta dei soliti ben informati si tratterebbe di una mossa per iniziare a fare entrare il partito di Giorgia Meloni nelle stanze dell’esecutivo, una sorta di primo ambientamento. Una mossa preparatoria, insomma, per ritornare a quei governi di centrodestra nel vecchio stile che tanto piace a un Cavaliere tornato alla ribalta negli ultimi mesi.

Del resto, già da settimane circolano retroscena su un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni europee, magari dovuto a una scissione imminente tra i 5 stelle, sempre più alle strette dopo i passi falsi del vicepremier Luigi Di Maio sull’autorizzazione a procedere sul caso Diciotti da cui Salvini è uscito indenne e vincitore.

LA BATTAGLIA COMUNE PER NAZIONALIZZARE BANKITALIA

I segnali di fumo tra i grillini e i meloniani ormai non si contano più. In commissione Finanze alla Camera è arrivato negli ultimi giorni il testo di legge, prima firmataria proprio la leader Meloni, dove viene proposta la nazionalizzazione della Banca d'Italia. La relatrice è una deputata del Movimento 5 stelle, Francesca Anna Ruggiero. Un fatto insolito, come alcuni giornali non hanno mancato di far notare, che segna l'avvicinamento del M5s a Fratelli d'Italia, ma che è in continuità con gli attacchi di Di Maio a palazzo Koch. «Riportiamo l'Istituto in mani pubbliche», ha commentato esultante Ruggiero, sottolineando il valore, in termini di democrazia, del rappresentare in commissione un testo presentato dall'opposizione.

LE APERTURE DI PATUANELLI AL PARTITO DI GIORGIA MELONI

D'altra parte il testo presentato da Meloni ricalca quasi completamente l’art. 4 della proposta presentata dai grillini presentata il 18 aprile 2016. Insomma vanno d’amore e d’accordo. Già a gennaio Stefano Patuanelli, capogruppo dei pentastellati al Senato, aveva spiegato di essere pronto ad accogliere nuovi voti di altre forze politiche per rinsaldare una maggioranza ora appesa a quattro voti. «Non c’è nessun tabù verso Fratelli d’Italia, così come per nessun’altra forza politica», dichiarò Patuanelli. Dopo le espulsioni dei due senatori grillini, Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, messi alla porta dai probiviri per dissenso sulla fiducia al governo, c’è da tempo un serio problema su come tenere a bada la compagine di Palazzo Madama. Anche sul territorio, per esempio a Piacenza, una pattuglia di grillini è entrata in forza dentro il partito di Meloni. Aveva incominciato prima di tutti Walter Rizzetto, ex parlamentare pentastellato, ora coordinatore di Fdi in Friuli Venezia-Giulia. Insomma, i segnali di una prossima intesa ci sono tutti.

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