Lombardi ha un problema con l’assegno di fine mandato. Non è l’unica nel M5s

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L'ex deputata ha restituito quasi 8 mila euro. Pochi se confrontati con i 43 mila di Alessandro Di Battista. “Mi ci sono pagata la campagna elettorale da presidente di regione”, dice al Foglio. E comunque c'è chi ha fatto di peggio

di Valerio Valentini 19 Marzo 2019 www.ilfoglio.it

Roma. Ciò che un po’ sorprende è che a risultare manchevole, in difetto rispetto a una legge apparentemente inderogabile nel M5s, sia proprio lei che dei sacri principi fondanti del grillismo si è sempre proposta quale paladina e custode. E invece, spulciando il sito Tirendiconto.it, quello dove vengono elencate le restituzioni dei parlamentari a cinque stelle presenti e passati, si scopre che Roberta Lombardi – la stessa Lombardi che nel 2016 rimproverava i colleghi eletti su Roma e dintorni perché inserivano furbescamente l’affitto nelle spese da rimborsare – non ha restituito per intero il trattamento di fine mandato. Sono solo 7.841 euro, quelli a cui l’ex deputata grillina, ora capogruppo in regione Lazio, ha rinunciato. Tanti rispetto a quelli restituiti da esponenti di altri partiti, ma pochi se confrontati con i 43.726 che Alessandro Di Battista, cui peraltro la Lombardi è molto vicina, ha fatto sapere di destinare ai terremotati laziali e ai poveri congolesi, con tanto di melenso video famigliare trasmesso in diretta dall’America.

“Mi ci sono pagata la campagna elettorale da presidente di regione”, spiega al Foglio la Lombardi, che nel 2018 ha deciso di non ricandidarsi in Parlamento per sfidare Nicola Zingaretti. “Il nazionale ha drenato tutto come raccolta fondi”, aggiunge poi, come a dire che, nelle campagna per la Pisana, si è dovuta arrangiare un po’ come ha potuto. Una campagna durante la quale la Lombardi dovette pure affrettarsi – era il febbraio 2018 – a mettersi in regola con le restituzioni dell’ultimo trimestre del 2017, e lo fece con un certo imbarazzo e qualche raffazzonatura.

Non è l’unica, comunque, ad avere restituito un Tfm molto ridotto. Paolo Bernini, l’ex deputato ferrarese, ambientalista vegano divenuto noto – oltre che per la sua ossessione per i microchip sottopelle – per non avere pagato a dovere il suo collaboratore Lorenzo Andraghetti, ha restituito 8.884 euro del suo assegno di fine mandato.

Però, se non altro, la Lombardi e Bernini figurano nell’elenco dei portavoce della scorsa legislatura non rieletti a marzo 2018. Ci sono invece almeno tre ex deputate desaparecide, nel portale. Non compare, infatti, la palermitana Loredana Lupo, e neppure la sua concittadina Chiara Di Benedetto. Nessuna traccia, poi, di Silvia Giordano, di Salerno.

Quanto ai parlamentari di questa diciottesima legislatura, risulta notevole il caso di Flora Frate. Se la media delle restituzioni dei suoi colleghi, tra marzo e settembre scorso e in attesa dell’ultimo versamento, si aggira intorno ai diecimila euro, la deputata napoletana classe ’83, insegnante di scuola superiore che a dicembre 2017 confessava di non sapere per chi votare alle politiche e che il 4 marzo 2018 finì eletta in Parlamento col M5s, non ha ancora restituito un solo euro.