La deliziosa Greta e la stupida utopia del futuro

Categoria: Italia

Pensiero unico orwelliano, ora la storia porta le treccine e suggerisce che l’ominicchio ha potere sul clima. Il professore delle nuvole non la pensa così

di Giuliano Ferrara 17 Marzo 2019 www.ilfoglio.it

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Mondo folle, dai gilet gialli che vogliono andare a tutto gas col carburante inquinante a buon prezzo all’impermeabile giallo canarino su mollettoni rosa e sotto le treccine della figura idolatrica detta Greta, il mondo salvato dai ragazzini. Nota bene per i cretini che abbondano: prendersela con una figura idolatrica è diverso dall’attaccare personalmente una deliziosa ragazzina alla quale auguro solo non sia comminata la bufala del premio Nobel, e quanto ai mediocri nella cui compagnia ci si ritrova eventualmente ricordo Aron che diceva: puoi sceglierti gli avversari, non gli alleati. Prendersela con i gilet gialli non vuol dire detestare la classe medio-bassa della France périphérique, o incensare come meriterebbero le élite dell’accordo di Parigi, è un modo di segnalare che le moltitudini dei miserabili facevano le barricate, il blocco stradale con i Suv e le sassaiole di boulevard sono una cosa diversa. Penosi tentativi di continuare a ragionare, questo è, non conformismo dell’anticonformismo. Non è un’ossessione, so da tempo che è in corso uno scontro di civiltà, ma non considero razionale l’ossessione narcisista, dai risvolti paranoici, contro il Grand Remplacement. Se dico che il clima non è sotto controllo umano, da prima che Trump cambiasse le carte in tavola con malagrazia aggressiva e arancione, ancora una volta non è un’ossessione, è una convinzione. Veganismo e decrescita sono la sottocultura di un tempo che fu socialdemocratico e riformista, e più giù nella storia metafisico e oggettivista, ora la storia porta le treccine. E suggerisce sorniona che l’ominicchio postumanista o transumanista ha potere sul clima.

Un giorno venne a “Otto e mezzo” Franco Prodi, simpatia e affidabilità incarnate, stese il pugno e disse questo è il sole, poi indicò quel puntino materialmente inessenziale e metafisicamente decisivo che è il nostro pianeta, e lui che è il professore delle nuvole, non tra le nuvole, concluse che la massa di energia del pugno decideva del clima nel puntino con i suoi tempestosi comportamenti, bastano piccole variazioni da studiare e ancora misteriose ed ecco che caldo e freddo si mescolano, moltiapétits remplacements, come è sempre avvenuto nella storia, con effetti che sfuggono alla nostra presa. Si può dire di più e meglio? No. E nelle scuole invece di dire questo, tranquillizzare i bambini, invogliarli a cercare e cercare di capire, anche il venerdì, li si forgia come plastilina per indurli a uno sciopero furbo per il futuro, una cosa che non si è mai vista e non si vedrà mai perché esistono solo il passato e il presente, il futuro è una stupida utopia o una speranza di fede se si creda ferventi in Dio, sciopero furbo in assoluzione e condanna insieme dei peccati degli adulti e delle fregole delle professoresse col cerchietto e di schiere di adulatori del pensiero unico orwelliano. Se una Greta si fosse messa davanti al ministero della sanità per denunciare la scomparsa edonista di un miliardo e varie centinaia di milioni di esseri umani non nati negli ultimi decenni, gente davvero privata di tutto il suo futuro nel recente passato, altro che cortei mondializzati e premi Nobel minacciati, l’avrebbero crocifissa manco fosse una strega dell’alt right.

Commenti

Comandante Arouet 18 Marzo 2019 - 10:10

primo pensiero parafrasando Churchill che durante la II Guerra Mondiale presiedendo un consiglio disse: la guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai Militari! Anche il Futuro del Pianeta è una cosa troppo seria per farla fare a Tecnici e Assolutisti!

Rispondigiantrombetta 18 Marzo 2019 - 09:09

Carissimo Giuliano, solo per notare che mentre il mondo affida il suo futuro alle predicazioni della deliziosa Greta, contestualmente conferma che ai suoi coetanei non solo e’ ancora vietato decidere con il loro voto quali dovrebbero essere i governanti che con le loro decisioni salverebbero il pianeta, ma pure che quegli stessi adulti che la venerano commettono gravissimo reato se con suoi coetanei si congiungono carnalmente per procreare nuovi infanti cui affidare il nostro futuro. Insomma l’applicazione dell’assioma che il mondo sarà salvato dai ragazzini a leggere le cronache pare un pochino complicata. Anche perché i ragazzini non sempre pare ci diamo una mano per semplificarla. Vedi ad esempio le quotidiane cronache di diffuso bullismo. Per intanto la deliziosa Greta va felice in apertura di tutti i telegiornali del mondo, ben vestita e meglio pettinata. Con l’orgogliosa soddisfazione dei genitori e dei parenti, presumo.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 18 Marzo 2019 - 00:12

“Franco Prodi, simpatia e affidabilità incarnate, stese il pugno e disse questo è il sole, poi indicò quel puntino materialmente inessenziale e metafisicamente decisivo che è il nostro pianeta … “ Affascinante: la metafisica, entità del pensiero umano è decisiva. Decisiva in quanto il regno dell’assoluto, della conoscenza, è individuato solo nella sfera dei valori morali. Si glissa sul fatto che i valori morali, sono sempre stati plastilina nella cultura e nella loro estrinsecazione pratica, cioè nei costumi. Nel corso dei millenni, della storia dell’uomo, sono stati gli elementi più relativistici che potessimo immaginare. Caro Ferrara, l’epoca attuale ne è la riprova, Greta inclusa. Inclusi anche quelli che sulle graziose treccine ci marciano. Metafisicamente.

RispondiSilvius 18 Marzo 2019 - 00:12

Tra un delirio di onnipotenza e l’altro, siamo davvero così sicuri che sia “deliziosa”? Scusate se metto i piedi nel piatto, ma essere giovani è forse una garanzia? Probabilmente lo è davvero, deliziosa, ma l’età è sufficiente a garantirlo?

RispondiVitosVitos 18 Marzo 2019 - 00:12

Non basta un simpatico (e isolato) esempio per fare della convinzione tutta personale del Direttore alcunché di convincente. Il mondo intero ha ormai capito quali sono i pericoli per i viventi, e di conseguenza anche per i non ancora nati (il talvolta risorgente oscurantismo statunitense rimane senza alleati). Ma il punto e' che la scienza e' schierata. Dunque, a che gioco giochiamo?

Rispondinapolc01 17 Marzo 2019 - 19:07

Purtroppo non si riesce ad uscire da un pensiero di massa che bada più a quello che appare ai contenuti. Si leggono solo questi fatti di impatto comunicativo ma nessuno (a parte gli addetti ai lavori) ha veramente in mano le informazioni ed i dati sufficienti per farsi una opinione in merito. Lo scetticismo è d'obbligo credo nei confronti delle vicende climatiche come di molte altre cose.

Rispondistearm 17 Marzo 2019 - 18:06

Il problema, caro Ferrara, è che la morte di Dio -quello cristiano- non ha nulla a che vedere con la scienza. E quindi nemmeno è colpa di Greta. La crisi è intrinseca. Purtroppo il cristianesimo al suo apice, ovvero nel Medioevo, si è profanizzato per calcolo di potere, ben prima di Copernico o di Cartesio. Adesso, a distanza di mille anni, si trova alla mercé del tempo, della storia. E non è più riformabile. Chi ha fede, in realtà non ha fede. Chi si professa credente, non riesce a credere. Il cristiano è divenuto colui che vorrebbe credere, ma non crede. Il musulmano, il buddista, l'induista al contrario non hanno dubbi perchè non ne hanno motivo, visto che le loro religioni non hanno mai rincorso il secolo, sono rimaste legate a qualche forma di misticismo originario, senza cercare di razionalizzarlo o di renderlo più appetibile alle masse attraverso narrazioni temporali, profane. Ci sarà un motivo se Copernico nasce in Polonia. La scienza moderno è figlia del Cristianesimo.

RispondiCarlo A. Rossi 17 Marzo 2019 - 16:04

Da parecchio tempo a questa parte, con l'eccezione del solito (pregiudizio) sprezzante contro Trump, mi sembra tutto molto condivisibile. E scommetto pure che, al contrario delle prese di posizione sull'eccidio di Christchurch, questa mia verrà pubblicata. Come direbbe il direttore (con la "d" minuscola, nel suo caso), un bacione ai censori.