Burocrazia aumentata anziché essere ridotta

Categoria: Italia

Invece esso sembra procedere senza una visione complessiva e anzi aggiungendo orpelli burocratici, al contrario delle conclamate buone intenzioni

di Carlo Valentini14.5.2019 www.italiaoggi.it

L'auspicio è che, come insiste ad affermare il presidente del consiglio, le elargizioni pubbliche (reddito di cittadinanza, quota 100) abbiano dopo l'estate qualche effetto sui consumi. Ma di fronte a dati economici tanto deficitari che indicano il nostro Paese all'ultimo posto tra i grandi d'Europa per crescita (e quindi con un arretramento delle condizioni di vita) l'esecutivo dovrebbe mirare a ben altro, cioè proporre una politica economica in grado di invertire la tendenza, avviando quelle riforme di semplificazione e di taglio alle rendite parassitarie che sono il freno a mano tirato della nostra economia.

Invece esso sembra procedere senza una visione complessiva e anzi aggiungendo orpelli burocratici, al contrario delle conclamate buone intenzioni. Un esempio è quello di Venezia, dove il Mose (comunque lo si giudichi) è a un passo dalla conclusione ma se è lodevole procedere con celerità al suo completamento, che senso ha prevedere per quest'ultima tappa e per la successiva gestione un ente pubblico in cui dovrebbero trovare posto ben quattro ministeri oltre agli enti locali e alla regione? Con buona pace dell'efficienza e del taglio della burocrazia e dei costi.

E ancora che senso ha ampliare le possibilità, negli appalti, di gare al massimo ribasso quando è comprovato il danno che esse hanno provocato sia al tessuto imprenditoriale (spronato a ridurre la qualità) sia alla pubblica amministrazione (che si è spesso trovata con opere lasciate a metà o non realizzate a dovere). L'impatto potrebbe essere assai negativo, come sottolinea l'Ance, l'Associazione imprenditoriale dei costruttori: «Col massimo ribasso si lascia il campo a imprese che sono scatole vuote o che comunque nulla hanno di imprenditoriale, a discapito dei risultati».

È stato inserito nel cosiddetto Sblocca cantieri anche l'allargamento della possibilità di ricorrere ai sub-appalti, una norma destinata a creare più problemi di quanti ne risolva. Al contrario andrebbe incentivata la professionalità degli operatori del settore, previsti incentivi per chi innova ricorrendo a materiali a basso impatto ambientale, introdotte sanzioni alle pubbliche amministrazioni che non rispettano i tempi per dare (o non dare) il via alle opere. L'Italia ha bisogno di nuove infrastrutture e di un'efficace manutenzione di quelle esistenti. Il governo è chiamato ad agire con rapidità ma anche con maggiore lucidità. Tanto più che quello delle costruzioni è notoriamente il principale volano dell' economia.