Provocazione post-sessantottina contro il diritto di proprietà

Categoria: Italia

Il decreto Lupi rappresenta la premessa incompiuta di una linea d'azione severa contro le occupazioni abusive che avrebbe dovuto completarsi con una riforma delle pratiche di sgombero

di Sergio Luciano, 16.5.2019 www itaoiaoggi.it

Nella pur appassionante pastorale della carità che Papa Bergoglio evangelicamente predica, l'episodio dell'elemosiniere elettricista è una nota stonata non per il fatto in sé ma per quel che significa: una provocazione politica post-sessantottina contro il concetto della proprietà privata.

Irrompendo in una vicenda istituzional-giudiziaria di uno Stato ospitante, l'Italia, il ministro di uno Stato ospitato, il Vaticano, sancisce l'inefficacia di una legge italiana, l'ottimo decreto Lupi, che impedisce agli occupanti abusivi di un alloggio di intestarsi le utenze, rendendo (giustamente) impossibile ad essi di simulare un regime di relativa regolarità funzionale dati i presupposti irregolari di quell'occupazione. Sarebbe come se un ladro d'auto pretendesse, senza nemmeno pagare, d'intestarsi l'assicurazione del veicolo.

Quindi l'elemosiniere ha stracciato il precetto evangelico del “date a Cesare”, perché si è preso la briga di avallare la scelta degli occupanti di “non dare a Cesare” il giusto pagamento del servizio fruito.

Eppure... eppure il gesto del cardinale suona sanamente provocatorio rispetto a uno Stato putrefatto com'è quello italiano, perché è evidente che il decreto Lupi rappresenta la premessa incompiuta di una linea d'azione severa contro le occupazioni abusive che avrebbe dovuto completarsi con una riforma delle pratiche di sgombero, a sua volta sostenuta da una politica efficiente delle case popolari e dell'accoglienza d'emergenza. Che manca del tutto.

In uno Stato che funzioni, chi si permette di occupare una casa altrui (a chiunque essa appartenga) viene buttato fuori senza tanti complimenti dalle forze dell'ordine, senza neanche il filtro della magistratura, perché non deve servire la magistratura per consultare il catasto e sincerarsi del titolo di proprietà o di locazione di un immobile.

I colpevoli vanno puniti per come possono utilmente esserlo: multati, se hanno soldi, o posti in debito con lo Stato se non ne hanno, o in casi di effrazione o altra violenza condannati per scasso; ma non possono essere lasciati marcire in mezzo alla strada magari con familiari malati, bensì vanno ospitati in strutture pubbliche decorose e – contestualmente – da una parte aiutati e dall'altra obbligati ad accettare soluzioni abitative essenziali ma civili a fronte del pagamento di canoni convenzionati, sempre se hanno redditi; e se non li hanno, a fronte dello svolgimento di servizi civili.

In Italia non accade nulla di tutto questo perché lo Stato non c'è. Ma non è il bel gesto di un pretone, a risolvere un problema sociale. La carità aiuta i casi singoli, la politica deve provvedere alle collettività. Il buon samaritano non si candidò alle elezioni.