L'inevitabile, inutile e dannosa patrimoniale

Categoria: Italia

Ma sarà una cura (ancorché inevitabile) peggiore del male poiché lascerà inalterati tutti i meccanismi che fanno sprofondare i conti dello stato, le famiglie si dovranno indebitare per pagare l'imposta e quindi si finirà in recessione

di Marcello Gualtieri 18.5.2019 www.italiaoggi.it

Lo spread (la differenza di rendimento tra il titolo di stato italiano e il corrispondente titolo di stato tedesco) è la misura dell'affidabilità finanziaria di un paese debitore. Non dipende dai parametri di Maastricht o dalle norme europee (caso mai è causato dal loro mancato rispetto), ma viene misurato giorno per giorno dal cd «mercato», che, come noto, ha pregi e difetti, ma con il quale bisogna fare i conti. Due concetti talmente scontati che è banale doverlo scrivere ogni volta.

Anche a prescindere dalla fiammata degli ultimi giorni, da oltre un anno lo spread italiano è stabilmente sopra 250 punti, e questo non è un dato di finanza astratta, ma influisce nelle direttamente nella vita dei cittadini italiani: riduce il valore dei titoli in circolazione, brucia il valore dei risparmi siano essi detenuti in titoli di stato, fondi comuni o immobili; erode i coefficienti patrimoniali delle banche con conseguente riduzione della quantità di credito disponibile, aumentandone anche il costo; blocca gli investimenti privati e pubblici. Spinge il paese verso una recessione che, nonostante tutto, sarebbe evitabile vista la forza che una parte dell'economia privata ha dimostrato anche in questi anni di crisi.

Invece, l'unico sbocco che si può ad oggi prevedere è quella di una mega imposta patrimoniale che affosserà il paese mandandolo comunque in recessione senza risolvere alcun problema. Una patrimoniale del 5% della ricchezza complessiva degli italiani (finanziaria e immobiliare) potrebbe ridurre il debito pubblico dal 133% a circa il 100% del pil; valore, quest'ultimo, molto al di sopra del 60% previsto dal Trattato di Maastricht, dell'80% della media Ue e dell'85% della media Eurozona, ma vicino alla media di Portogallo, Francia e Spagna.

Ma sarà una cura (ancorché inevitabile) peggiore del male poiché lascerà inalterati tutti i meccanismi che fanno sprofondare i conti dello stato, le famiglie si dovranno indebitare per pagare l'imposta e quindi si finirà in recessione. Il giorno dopo riprenderà, inesorabile, l'accumulo del debito che unito alla recessione spingerà di nuovo lo stato verso il default. Qualcuno dovrebbe spiegarlo agli italiani nel telegiornale della sera.

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