Manovra, nomine Ue, Tav: i nodi non risolti nel vertice tra Conte, Salvini e Di Maio

Categoria: Italia

Nessuna decisione sulla trattativa con Bruxelles. La tensione tra i due vice e Conte resta. Mentre l'ipotesi Giorgetti come come commissario Ue perde quota.

Redazione 11 Giugno 2019 06.44 www.lettera43

I tre, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il presidente del consiglio Giuseppe Conte tornano a parlarsi, per la prima volta dopo le europee e a due mesi dall’ultimo vertice politico. “Positivo”, è l’aggettivo che Di Maio e Salvini scelgono per definire il clima della riunione. E quando Salvini rientrando a casa dice ai cronisti di non aver “mai avuto dubbi” sulla prosecuzione del governo, sembra per ora allontanare i rischi di rottura. La cena a Palazzo Chigi serve soprattutto a riavviare un rapporto personale tra premier e il sodalizio tra i due vicepremier, che sul fronte dei conti pubblici impensierisce il presidente del Consiglio.

1. SUL NEGOZIATO CON L’UE NECESSARIO UN ALTRO INCONTRO CON TRIA

Il dialogo tra i tre si riavvia ma su come evitare la procedura d’infrazione Ue restano divergenze e tensioni. Tant’è che con una nota Palazzo rimarca: «Sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell’interlocuzione con l’Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa». Da qui l’annuncio di un nuovo vertice per reimpostare l’agenda di Governo. Sul rapporto con l’Ue, però, l’interlocuzione ai vertici di governo sembra appena iniziata. Tanto che, raccontano a caldo fonti ben informate, quando si arriva a discutere su come trattare con Bruxelles il dialogo si stoppa e le posizioni restano invariate: il premier continua a perorare la necessità di fare «tutto il possibile» per «salvare i risparmi degli italiani» da una posizione che, anche a Palazzo Chigi, descrivono come sfavorevole negli equilibri europei.

2. BAGNAI AGLI AFFARI UE, IPOTESI GIORGETTI COMMISSARIO

Salvini detta però le sue regole e dice subito no a qualsiasi ipotesi di «manovra correttiva e aumento tasse». Di Maio in questa partita ribadisce che «Priorità è abbassare le tasse». Ma non si spende sul no alla manovra correttiva. Del dossier nomine, secondo fonti ufficiali, non si sarebbe parlato. Ma nella maggioranza si da ormai per prossima la scelta del ministro per gli Affari Ue su sponda leghista (in pole il nome di Alberto Bagnai) e resta aperto il nodo del profilo da scegliere come commissario Ue, con Giancarlo Giorgetti che nelle ultime ore sembrerebbe meno convinto a lasciare Palazzo Chigi.

3. TAV E PROCEDURA DI INFRAZIONE: LE CRISI RIMANDATE

Tra le fila dei partiti c’è chi rimanda il redde rationem di un’eventuale crisi tra fine giugno e inizio luglio quando alcuni nodi, a partire dalla decisione Ue e dalla Tav, verranno al pettine.