Bruno Vespa smonta il Sessantotto: una rovina per gli insegnanti e gli studenti

Categoria: Italia

La scuola, ricorda Vespa, "era certamente autoritaria" e "un terzo della nostra classe si ritirò dopo le vacanze di Natale.

Bruno Vespa 15 Giugno 2019 www.ilgiorno.it

"Agli esami di maturità del 1962 (dove si portava il programma dell' intero triennio!) ci presentammo ovviamente in giacca e cravatta", racconta Bruno Vespa nel suo editoriale su il Giorno commentando la notizia della disposizione agli studenti da parte del ministro dell'Istruzione, Bussetti, di non presentarsi in short e infradito. "Quanti secoli sono passati e che cosa si nasconde dietro questa pudìca e allarmante raccomandazione? Una catastrofica perdita d'autorità nella scuola, un malinteso senso di democrazia che sembra autorizzare i giovani all'impensabile".

La scuola, ricorda Vespa, "era certamente autoritaria" e "un terzo della nostra classe si ritirò dopo le vacanze di Natale. Il passaggio dalle elementari alle medie e soprattutto dalle medie alle superiori era epocale. Ma tutti i miei compagni di scuola si sono laureati e hanno avuto una vita professionale mediamente brillante".

Poi però "il 1968 ha buttato il bambino con l'acqua sporca. Insieme con l'autoritarismo, è stata uccisa l'autorità. I miei insegnanti avevano stipendi dignitosi, ma erano gratificati soprattutto da un riconoscimento sociale indiscusso. Come i loro colleghi nella Lubecca di Thomas Mann, essi erano classe dirigente. Oggi sono pagati male e sono precipitati nella classifica del prestigio sociale". E così, "la cattiva scuola ha formato progressivamente insegnanti spesso mediocri e cittadini spesso ignoranti, sprovvisti non tanto e non solo di cognizioni elementari, quanto privi di quella trasmissione di valori che dovrebbe essere alla base stessa dell' insegnamento".