La Verità, BELPIETRO: “SE ‘’L’ESPRESSO’’ AVEVA TRA LE MANI L'AUDIO,

Categoria: Italia

LA PROVA-REGINA DELL'INCONTRO A MOSCA, PERCHÉ NON L’HA MESSO ONLINE?..

Da Dagospia.com 5.8.2019

E SI È FATTO FREGARE LO SCOOP DA UN SITO AMERICANO?” - IL DIRETTORE DELL'"ESPRESSO" DAMILANO PROVA AD ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI: “ALCUNI SQUADRISTI DI SALVINI A MEZZO STAMPA RECLAMANO DI SAPERE COME MAI NON ABBIAMO PUBBLICATO L'AUDIO. NESSUN SEGRETO: LO ABBIAMO USATO PER CONFERMARE GLI ELEMENTI CHE CI SERVIVANO, CONSIDERANDOLO UNO STRUMENTO IMPORTANTE CHE NON ESAURISCE UN'INCHIESTA MOLTO PIÙ VASTA E COMPLESSA…” – NON SOLO “L’ESPRESSO”, ANCHE A “REPORT” È STATO CONSEGNATO L'AUDIO DELL’HOTEL METROPOL

1 – INSISTIAMO PERCHÉ C' È ODORE D'INGANNO

Maurizio Belpietro per “la Verità”

Da giorni Giacomo Amadori insegue il direttore dell' Espresso. La sua non è una passione per il capo di una testata in qualche modo concorrente, ma solo interesse professionale. A Marco Damilano vorrebbe porre alcune domande semplici semplici, in merito all' inchiesta del settimanale sul famoso incontro a sei nella hall dell' hotel Metropol di Mosca.

A febbraio di quest' anno, il giornale del gruppo De Benedetti ha pubblicato in esclusiva la notizia di una riunione tra Luca Savoini, uomo vicino a Matteo Salvini, e altri cinque signori, tra i quali due italiani e tre russi. In quella sede, secondo L' Espresso, sarebbero state gettate le basi di una compravendita di 3 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi, operazione che avrebbe avuto come contropartita una tangente da 65 milioni per la Lega. Come è noto, di questi soldi e del gasolio finora non si è trovata traccia, ma in compenso è comparsa una registrazione, che prima è stata consegnata alla magistratura e poi è finita online su un sito americano.

Ecco, finora l' unica cosa certa di questo pasticcio è proprio la registrazione che, come Giacomo Amadori ha rivelato, non solo è stata offerta anche a un programma di Rai 3, Report, ma era sin dai giorni della pubblicazione dell' articolo dell' Espresso nelle mani dei giornalisti del direttore Marco Damilano.

La domanda che il nostro vicedirettore vuole porre al collega del settimanale a questo punto è ovvia: ma se avevate tra le mani l' audio, ovvero la prova-regina dell' incontro a Mosca, perché non lo avete messo online e vi siete fatto «fregare» lo scoop da un sito americano?

A qualcuno la questione potrà sembrare secondaria, roba che importa solo a chi fa il nostro mestiere, ma in realtà è tutt' altro che poco interessante. La registrazione è infatti la chiave di tutto, perché scoprendo chi l' ha fatta e chi l' ha diffusa, c' è la possibilità di risolvere il giallo di un intrigo internazionale che sempre più sembra essere stato congegnato ad arte per incastrare una persona vicina al ministro dell' Interno.

Se Amadori insiste con Damilano, dunque, non è per svelare le fonti del collega, ma per chiarire i dettagli di questa storia e soprattutto per comprendere come mai, fin dall' inizio, i giornalisti dell' Espresso abbiano scelto di non raccontare di essere venuti in possesso di un audio, sostenendo di aver ascoltato a distanza una conversazione a sei che si è svolta in tre lingue.

Da subito il resoconto era apparso inverosimile, perché attribuire le parole corrette pronunciate dai partecipanti a un incontro pur non essendo seduti a quel tavolo era un lavoro non facile. In realtà, L' Espresso scrisse della trattativa perché era in possesso della registrazione, anche se non ne fece cenno.

E a questo punto scatta una seconda domanda: da quanto tempo l' avevano?

Da ottobre, cioè quando si svolse l' incontro moscovita, oppure venne loro consegnata successivamente, cioè poco prima che i giornalisti dell' Espresso ne scrivessero? In questo ultimo caso sarebbe spontaneo anche un secondo quesito: ma se hanno avuto il file con le voci dei partecipanti all' incontro mesi dopo, siamo sicuri che i colleghi di Damilano fossero davvero presenti a Mosca durante la riunione?

E se c' erano perché non sono riusciti a scattare altre foto o a fare un video? Insomma, pur senza voler scoprire le carte dell' Espresso, è importante ricostruire la vicenda per come si è svolta e al momento abbiamo la sensazione che il settimanale debenedettiano non abbia raccontato per filo e per segno ciò di cui è venuto a conoscenza.

Dunque, nonostante il caso ormai abbia conquistato addirittura le pagine del New York Times, nel numero dell' Espresso in edicola Damilano ha scelto di non scrivere del Russiagate e di ignorare sia le polemiche che le domande. Scelta curiosa per un giornale che dovrebbe essere orgoglioso dello scoop. Scelta che ci spinge a insistere per avere una riposta. Speriamo che, nonostante i molti impegni, prima o poi il collega trovi il tempo per chiarire la genesi del giallo e soprattutto della registrazione.

2- È STATO CONSEGNATO PURE ALLA RAI L'AUDIO PER INTRAPPOLARE SALVINI

Giacomo Amadori per “la Verità”

Per capire sino in fondo la portata del Russiagate bisognerebbe avere chiara la genesi dello scoop. Sono stati davvero due cronisti d' assalto a scoprire con le loro indagini e il loro fiuto investigativo i presunti tentativi di uomini vicini alla Lega di ricevere finanziamenti dalla Russia di Vladimir Putin?

Oppure qualcuno, magari legato al Pd come abbiamo scritto ieri, ha preparato un bel pacchetto già confezionato sull' incontro dell' hotel Metropol con audio annesso e l' ha consegnato ai giornalisti? Oggi ci sentiamo di propendere per la seconda ipotesi. Anche perché c' è una notizia importante che sembra confermarlo. Diversi mesi fa, probabilmente nello stesso periodo in cui la gola profonda ha contattato i giornalisti dell' Espresso, qualcuno ha consegnato la stessa registrazione anche alla redazione di Report, il programma d' inchiesta della Rai.

Insomma nei mesi scorsi una specie di venditore di tappeti avrebbe proposto a destra e a manca l' audio dell' incontro. Ma se i giornalisti del settimanale hanno infilato la storia in un piccolo capitolo del Libro nero della Lega, a Report si sono presi il tempo necessario per fare le opportune verifiche.

Sigfrido Ranucci, conduttore e autore del programma, spiega: «L' audio noi lo avevamo da mesi, già dall' inverno scorso. Appena lo abbiamo ricevuto, grazie al collega Giorgio Mottola, ho detto di verificarne il contenuto, utilizzando le banche dati internazionali e gli archivi a cui abbiamo accesso. La nostra preoccupazione era di non trasmettere una cosa fine a sé stessa, come ha fatto sostanzialmente l' Espresso, ma di andare in profondità come facciamo sempre. Posso anticiparle che andremo in onda con questa cosa a ottobre in una delle prime puntate della nuova edizione».

Ma chi ha consegnato il file a Report? È stato uno dei partecipanti italiani all' incontro del Metropol, in particolare il consulente finanziario d'area Pd Francesco Vannucci o l' avvocato massone Gianluca Meranda? «Posso dire che a noi non l' ha dato né Vannucci, né Meranda. Ma la fonte è di Mottola e non posso svelarla io». Il reporter con La Verità, evidentemente molto geloso della sua inchiesta, arriva a smentire il suo capo e sostiene di essere entrato in possesso del file molto più di recente: «Forse a maggio».

Nei giorni scorsi Mottola ha incontrato Vannucci, che secondo le nostre fonti avrebbe consegnato all' Espresso la registrazione. Nell' incontro l' ex bancario ed ex funzionario dei dem non avrebbe rilasciato dichiarazioni significative, anche se ha accettato di rincontrare il giornalista tra qualche settimana. «Questi…

……

Stefano Vergine, uno degli autori dell' inchiesta in questione, a giugno ha consegnato ufficialmente il file ai magistrati e il 10 luglio la registrazione è finita sul sito americano Buzzfeed. A pubblicarla è stato l' italiano Alberto Nardelli, esperto più di analisi politiche e flussi elettorali che non di giornalismo investigativo. Vergine l' 11 luglio non ha nascosto la soddisfazione per il rilancio dell' inchiesta e ha scritto su Facebook: «Oggi (11 luglio, ndr) il New York Times cita Il Libro Nero della Lega ricordando che nel libro, pubblicato cinque mesi fa, svelammo per la prima volta la trattativa per finanziare la Lega con soldi russi di cui oggi si parla tanto. E niente, solo per dire che per me è un po' come aver fatto un' amichevole con l' Inter. Vabbè, non proprio così importante, ma quasi...

Vergine era rimasto deluso per la mancata pubblicazione dell' audio sul sito dell' Espresso e per l' attribuzione dello scoop a Buzzfeed: «Un po' mi è spiaciuto, alla fine per lo meno se ne parla», ha commentato con La Verità. Ma chi ha spinto affinché se ne parlasse? Lo stesso Vergine? Oppure è la persona che ha consegnato la registrazione all' Espresso o quella che l' ha proposta a Report?