Crisi, si vota il 20. Bocciate le proposte della Lega e di Forza Italia

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Fratelli d'Italia e Forza Italia avevano chiesto di mettere subito al voto le mozioni di sfiducia al premier Giuseppe Conte

News 13.8.2019 www.italiaoggi.it

L'Aula del Senato conferma le comunicazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il 20 agosto alle 15, come deciso ieri a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo. Sono state bocciate tutte le proposte di modifica del calendario che puntavano ad inserire nell'ordine del giorno il voto sulla sfiducia al governo. L'Aula del Senato ha bocciato, in pratica, la proposta di Forza Italia di votare subito la mozione di sfiducia al governo subito dopo la votazione sul calendario. Dopo quella di Forza Italia, il Senato ha bocciato anche la proposta di modifica del calendario del senatore della Lega, Massimiliano Romeo. Quindi si vota il 20 come è stato deciso ieri dalla riunione dei capigruppo. Ieri, infatti, nel corso della capigruppo al Senato Pd, M5S e gruppo misto avevano chiesto di fissare per il 20 agosto le comunicazioni del premier, Giuseppe Conte. Il Gruppo delle autonomie aveva indicato sempre il 20, ma per votare la mozione di sfiducia a Conte presentata dal Carroccio. Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, invece avevano chiesto che la mozione di sfiducia venisse votata il 14 agosto. La data del 20 era passata a maggioranza ma il presidente del Senato Elisabetta Casellati ha scelto di rimettersi al voto dell'Aula perché non c'era unanimità. Il voto al Senato è stata soprattutto una prova per una intesa possibile tra M5s e Pd. Posizione attendista, ma senza chiudere a un confronto con il Pd: è questa la linea che il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha fatto passare nel corso dell'assemblea con i rappresentanti del Movimento. Le opzioni sul tavolo si valutano tutte, ma il vicepremier non vuole fare la prima mossa, almeno non prima delle consultazioni. Il vero problema per il M5S è rappresentato da Matteo Renzi. Se infatti l'apertura fosse arrivata dal segretario del Pd Nicola Zingaretti le possibilità di sedersi al tavolo con i dem sarebbero state molto più elevate. Renzi, invece, è da sempre il nemico numero uno dei 5 Stelle, tanto che ieri Beppe Grillo lo ha definito "l'avvoltoio persuasore", e trattare con lui significherebbe scatenare il malcontento della base grillina. Quel che è certo è che la grande maggioranza di deputati e senatori non vuole andare alle urne. Il voto di oggi al Senato sul calendario della crisi è stato quindi un importante banco di prova per vedere la tenuta di una possibile maggioranza tra M5S e Pd. Sul tabellone del Senato è apparsa per la prima volta una maggioranza alternativa a quella gialloverde. Si fa sempre più strada l'ipotesi di Governo politico, di legislatura, un vero e proprio accordo tra grillini e dem. Lo dice chiaramente Goffredo Bettini, vicino al segretario Zingaretti: "soltanto un accordo di legislatura può consentire al Pd e al M5S di rispondere alla rivoluzione conservatrice lanciata dal leader della Lega. E' un tentativo difficilissimo, ma dobbiamo provarci". Dario Franceschini e Maurizio Martina aprono all'idea. "Bettini - scrive l'ex ministro dei Beni culturali - propone un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al segretario". Anche Martina dice di considerare "questa traccia di lavoro giusta e da sostenere. E' chiaro che i margini di un confronto con il Movimento 5 Stelle sono assai limitati ma rimangono possibili se matureranno una nuova consapevolezza politica, alternativa al pericolo estremista di Matteo Salvini". Intanto, l'ex segretario Matteo Renzi - che nel pomeriggio terrà una conferenza stampa in Senato - parla in un'intervista al Tg2, bocciando l'idea di un Conte bis. "Conte non è che in questo anno abbia brillato moltissimo, è stato un premier sostanzialmente inesistente. Tuttavia non tocca a me decidere. E' un compito del capo dello Stato e dei partiti", spiega.

Sulla barricata il leader della Lega, Matteo Salvini, secondo il quale l'eventuale ritorno al Governo di Matteo Renzi grazie a una possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle sarebbe "una truffa agli italiani, una vergogna". "Pensare a Renzi, Boschi, Fico e Toninelli tutti insieme in un ipotetico governo delle poltrone è un'immagine inquietante, un incubo per gli italiani. Unica via, come indica il buonsenso, è quella delle elezioni", gli fa eco una nota firmata dai capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Intanto il leader leghista valuta le sue mosse e oggi dovrebbe incontrare il capo politico di Forza Italia, Silvio Berlusconi per dare vita a un'alleanza di centrodestra. Allo studio, secondo diverse indiscrezioni, la creazione di una lista unica anche con Fratelli d'Italia che prevede una spartizione delle candidature per le prossime elezioni. Con il centrodestra unito, Salvini riuscirebbe con ogni probabilita a battere il M5S anche in molti collegi del Sud. Ma il coordinamento di presidenza di Forza Italia si dichiara radicalmente contrario all'ipotesi di un listone di centrodestra. Forza Italia, "pur auspicando un accordo di coalizione con gli altri partiti di centro-destra, non è disposta a rinunciare alla propria storia, al proprio simbolo e alle proprie liste in vista delle prossime elezioni Politiche".Scintille che complicano al momento la trattativa per la

futura alleanza. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini avrebbero dovuto vedersi questa mattina ma, secondo quanto viene spiegato, l'incontro sarebbe ora a rischio. Secondo fonti della Lega gli azzurri starebbero alzando troppo il prezzo. Il primo banco di prova sarà comunque alle 18, quando l'aula del Senato sarà chiamata a votare sul calendario. Il leader della Lega starebbe anche valutando l'uscita dal Governo con il ritiro di tutta la sua squadra di ministri. L'annuncio potrebbe arrivare già oggi.