Il crollo di un leader,così Salvini si è ridotto a inseguire Giorgia Meloni

Categoria: Italia

quella che per mesi ha giocato semplicemente a stargli in scia. Non è più la Lega di prima

Giulio Cavalli, 9.9.2019 www.linkiesta.it

Se volete una rappresentazione plastica di come sia finito male l’ex ministro decaduto Matteo Salvini oggi buttate un occhio in piazza Montecitorio, dove si svolge la manifestazione contro il nuovo governo. Organizzata da Fratelli d’Italia, guidati dalla sempre indignata Giorgia Meloni, con Salvini al seguito come un militante qualsiasi a sventolare la bandiera del colpo di Stato e dei poteri forti come un incazzoso qualsiasi. A completare il quadretto c’è l’immancabile Giovanni Toti che proprio nelle scorse settimane aveva deciso di staccarsi da quel che resta di Forza Italia puntando tutto sul capitano leghista, anche lui travolto da questo sul de sac in cui si sono infilati tutti, per capitalizzare i sondaggi, dimenticando di non essere in una sondaggiocrazia. Che il segretario leghista si accodi a una manifestazione della Meloni è la fotografia perfetta della decadenza di chi fino a qualche giorno fa dettava l’agenda politica e oggi si ritrova a rincorrere addirittura quella che per mesi ha giocato semplicemente a stargli in scia: parliamo, del resto, dello stesso Salvini che voleva mangiarsi tutto il centrodestra e che invece ora viene accarezzato come si fa con i discoli che non sono stati ancora del tutto perdonati per le marachelle che hanno combinato.

Salvini si accoda alla manifestazione della Meloni, vale a dire si ritrova a rincorrere addirittura quella che per mesi ha giocato semplicemente a stargli in scia

 

Obiettivo della protesta, manco a dirlo, è l’Europa brutta e cattiva che nelle visioni invertite dei protagonisti sarebbe la causa di questo cambio di governo ordendo chissà quali terribili trame per mandare a casa Salvini e per relegare la destra a fare la destra: che sia Salvini stesso la causa del suo male sembra essere un’idea che da quelle parti non sfiora nessuno nonostante dalla spiaggia del Papeete risuonino ancora le parole del leader leghista che si illudeva di fare il presidente del consiglio sull’onda del terzo mojito. Nel dichiarare la sua adesione alla manifestazione di Fratelli d’Italia (lui, che per mesi ja giocato ad essere l’unica destra possibile) Salvini ha dichiarato: «Noi rappresentiamo i milioni di italiani che sono indignati per un governo che non sta né in cielo né in terra per un Pd che ha perso tutte le elezioni possibili negli ultimi due anni. L’Italia vera fa bene a scendere in piazza per chiedere altro». Tutto bellissimo se non fosse che proprio il Partito Democratico alle ultime elezioni avesse preso più voti della sua Lega: ma si sa che Salvini gioca a vedere una realtà che è figlia delle sue ossessioni, mica dei fatti. Meloni, Toti e Salvini tutti insieme appassionatamente a convincerci che l’umore del paese (ovviamente tastato da loro personalmente, come unici seggi elettorali attendibili in tempo reale) sia qualcosa di più importante della Costituzione e del Parlamento. Eppure Salvini che scende in piazza come un indignato qualsiasi rende perfettamente l’idea del feroce ridimensionamento che ha dovuto ingoiare. Questo è un innegabile risultato del governo Conte bis, ancora prima della sua nascita.

Tutti intenti a ribadire un sovranismo che dovrebbe renderci liberi

In tutta questa retorica farsesca del fascismo pop della Meloni intanto continuano a suonare le trombe per l’Italia commissariata dall’Europa, tutti intenti a ribadire un sovranismo che dovrebbe renderci liberi dimenticando che l’Italia è la stessa Italia che prima dall’Europa era (od è?) asservita agli USA che abbiamo dovuto aspettare per liberarci dal fascismo, la stessa Italia che nonostante la facciata dell’uomo forte Mussolini (che da quelle parti venerano come venerano gli ignoranti quando non sanno di ignorare) scodinzolava dietro a Hitler per reclamare un suo posto nel mondo, quella stessa Italia che prima ancora si era accodata ubbidiente alla Francia contro l’impero Austroungarico. Inconsistente e ripiegata sugli stessi slogan la destra italiana cerca di rivenderci le macerie del periodo salviniano come fondamenta di un futuro già morto, scegliendo la piazza per cercare di soffiare sulle pulsioni dopo essere stata sconfitta dal Parlamento. E Salvini che ha dismesso i panni dell’imperatore per un selfie con Giorgia Meloni che fino all’altro ieri fingeva di ignorare è una fotografia del passato che oggi torna vivida come quelle reunion dei gruppi che ormai non ascolta più nessuno e sanno solo un po’ di nostalgia. In tutta questa sagra, ovviamente, Silvio Berlusconi (che i tempi della politica li conosco molto più astutamente del pargolo Salvini) decide di starsene a casa godendosi la scena di quelli che protestano dalla piazza di lunedì mattina per tornare ad avere qualche trafiletto sui giornali e una manciata di secondi nelle edizioni dei tg.

Del resto, a pensarci bene, se Salvini scende in piazza per protestare contro la causa della caduta del suo governo sta protestando contro se stesso. Poteva farlo a casa sua. Ma ha preferito prendere un po’ d’aria. Si capisce.