L’INTERVISTA/ D’Alema: governo “necessario”, il Pd tira a campare e spera in Maroni

Categoria: Italia

Ci sono anche Renzi e forse un futuro del Pd con la Lega

(Francesco Sisci)09.09.2019 www.ilsussidiario.net

D’Alema interviene sulla crisi, il nuovo governo e le sue prospettive. Ci sono anche Renzi e forse un futuro del Pd con la Lega

C’è uno spazio tra comicità e serietà, battuta e affermazione seria che sembra diventata centrale in gran parte del dibattito politico italiano. In questo spazio Beppe Grillo ha fondato e fatto prosperare il suo M5s, sfilando terreno a tanti partiti ma forse soprattutto al Pd. Con il Pd Grillo ha litigato quasi a morte per anni, oggi invece sono insieme al governo. L’alleanza M5s-Pd sta rimescolando tutta la politica italiana. Uno dei suoi grandi protagonisti, Massimo D’Alema – presidente di Italianieuropei, già presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e segretario del Pds – dice al Sussidiario, in maniera semiseria, cosa è successo e cosa potrebbe succedere ora.

Lei aveva detto di scegliere Crozza o Zalone come segretario del Pd. Era una battuta ma c’è del vero: come dovrebbe essere il segretario del Pd per avere il 51% dei voti?

Avevo detto che al quel punto, se avessimo preso Grillo a suo tempo, quando si propose alle primarie Pd, avremmo accorciato la strada non di poco. Chiediamoci tuttavia: vogliamo davvero un segretario che prenda il 51% dei voti? Come retweet is not endorsement, così segretario Pd is not leader, e credo che questo sia anche il punto di vista di Renzi. A meno che il segretario non sia lui, ovviamente.

Oggi si è fatta un’alleanza Pd-M5s; fu un errore a suo tempo non accettare Grillo nel Pd?

Erano altri tempi, difficile prevedere allora quanto sarebbe accaduto. Nessun nemico a sinistra, si diceva, ma all’epoca non sapevamo se Grillo fosse di sinistra. Oggi, poiché un terzo dei suoi voti viene da sinistra, ne abbiamo la prova provata.

Cosa è diverso oggi da allora?

Come rilevavo, il fatto che Grillo ha poi inaspettatamente seguito il suggerimento di Fassino (farsi un suo partito, ndr), e purtroppo le cose non sono andate come invece aveva creduto Fassino.

Perché secondo lei Renzi un anno fa si opponeva all’alleanza con i 5 Stelle e oggi l’ha voluta? Cosa è cambiato?

È cambiato il fatto che Renzi, se si fosse votato, avrebbe perso il controllo sui gruppi parlamentari del Pd e che il cosiddetto partito di Renzi è accreditato nei sondaggi del 3%, cosa più cosa meno. In altri termini, bisognava fermare le destre per il bene del Paese.

Quali sono i punti di fragilità di questo governo?

Nasce per necessità più che per scelta.

E i punti di forza?

Paradossalmente, la necessità può rivelarsi un collante duraturo. Non si vedono all’orizzonte situazioni che possano ispirare scelte diverse.

Il Pd potrebbe mai allearsi alla Lega? Una volta lo ha fatto per far fuori Berlusconi; domani?

Allora la leadership del Pd non mancava di visione strategica delle cose, oggi prevale il tirare a campare piuttosto che tirare le cuoia. Comunque, abbiamo consegnato Salvini a Maroni. Confidiamo che Maroni sappia fare quanto necessario. Con una Lega autonomista, nel rispetto della Costituzione, potrebbero crearsi condizioni politiche per un dialogo.

(Francesco Sisci)

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