Il punto. Un paese che non riesce a difendersi è in balia degli altri

Categoria: Italia

L'Italia è un colabrodo. Ci si entra da tutte le parti. Per secoli fu terra di conquista, oggetto di invasioni, migrazioni, saccheggi, violenze, stupri.

di Roberto Motta 14.1.2020 Italiaoggi.it –lettura2’

L'Italia è un colabrodo. Ci si entra da tutte le parti. Per secoli fu terra di conquista, oggetto di invasioni, migrazioni, saccheggi, violenze, stupri. Con una eccezione. Per 800 anni filati, a difenderla ci fu Roma, con le sue legioni e i migliori soldati del mondo.

Il primo sacco di Roma, del 387 a.c. da parte dei Galli Senoni guidati da Brenno fu uno degli episodi più traumatici della storia di Roma. Massacrati i Senatori, violentate le donne, rubato tutto, come riportato da Polibio, Tito Livio, Diodoro Siculo e Plutarco. Penosi i tentativi di pace pagando in oro, strozzati dal «Guai ai vinti!» di Brenno, ma ci pensò Furio Camillo a far piazza pulita concludendo con le famose parole «Non con l'oro si difende la patria, ma col ferro delle armi!» E li buttò fuori.

Da lì, per 800 anni Roma intoccabile prosperò fino ad avere oltre un milione di abitanti. Dal 400 dopo Cristo la pressione dei barbari sull'impero aumentò, mentre la coesione politica della classe dirigente romana diminuiva tra continue lotte intestine. Stilicone, penultimo dei grandi generali, riuscì a contenere i Visigoti di Alarico battendoli a Verona nel 403, ma non bastò. Il senato romano nel 408 cercò di comprare la pace versando 4 mila libbre d'oro a Alarico. Potevano scegliere tra il disonore e la guerra, scelsero il disonore, ebbero la guerra. Solo un senatore, Lampadio, trovò il coraggio di dire «questa non è una pace, ma un contratto di servitù».

Dopo un lungo assedio, Alarico e i Visigoti entrarono in Roma e cominciò il saccheggio della città, rimasta inviolata dai tempi di Brenno. Violenze e macelleria non si contano. Il colpo finale arrivò nel 455, dai Vandali, peggio dei Visigoti. E furono secoli bui. Ma si vis pacem para bellum, se vuoi la pace preparati alla guerra, funzionò per 800 anni. Nei momenti che contano, nelle situazioni estreme, sono i corpi speciali a proteggerci. Non i negoziati di pace di un governo debole. Non le alleanze che non sai quanto durino. Non un esercito internazionale diretto a fini di pace. Non la diplomazia.

Ce lo insegna Israele, un Paese tanto piccolo quanto potente. Nella Guerra dei sei giorni, combattuta tra il 5 e il 10 giugno 1967 tra Israele contro l'Egitto, la Siria e la Giordania, Israele, con mille caduti, annullò le forze armate egiziane, siriane e giordane, e soprattutto la loro aviazione. Conquistando una sicurezza e un prestigio internazionale di prim'ordine, discussi, mai persi, negli ultimi 60 anni. E i loro jet invisibili entrano e escono dallo spazio aereo nemico, quando e come vogliono.

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