L'ordine giudiziario ha sostituito la politica

Categoria: Italia

Due atti parlamentari e un anniversario: il voto della giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere ai danni di Matteo Salvini, il voto della Camera sull'abolizione della prescrizione, il ventennale della morte di Bettino Craxi.

Andrea Cangini -, 20/01/2020 – ilgiornale.it  lettura2’

Due atti parlamentari e un anniversario: il voto della giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere ai danni di Matteo Salvini, il voto della Camera sull'abolizione della prescrizione, il ventennale della morte di Bettino Craxi.

Sono questi, oggi, i tre temi attorno ai quali ruota il dibattito politico e dal cui sviluppo in parte dipenderà il futuro stesso della politica italiana. Fosse un passatempo tipo «trova l'errore», elementi incongrui rispetto al contesto sarebbero tutti e tre. Balza, infatti, agli occhi che il denominatore comune di queste tre pietre angolari della politica italiana non sia politico, ma giudiziario. Due fatti essenzialmente politici, le scelte di un ministro dell'Interno in quanto ministro dell'Interno e la memoria di un uomo di governo che mostrò la tempra dell'uomo di Stato, vengono letti attraverso le lenti non della politica ma della morale, per essere poi affrontati non in chiave istituzionale, ma penale. Uguale e contrario è il caso della prescrizione, la cui abolizione piace molto ai grillini di Giggino Di Maio e moltissimo sarebbe piaciuta al Grande Inquisitore di Dostoevsky. Non è un caso. È la logica conseguenza dell'ultradecennale processo di delegittimazione della politica e di centralizzazione dell'ordine giudiziario. Un processo magistralmente inquadrato dal professor Filippo Sgubbi in un imprescindibile pamphlet appena pubblicato dal Mulino: «Il diritto penale totale». «Totale» nel senso di totalitario, come si evince dal sottotitolo «Punire senza legge, senza verità, senza colpa». Scrive, infatti, Sgubbi che siamo ormai nel pieno di «una deriva neomedievale in cui la jurisdictio esprime la totalità del potere, di ogni potere (legislativo, amministrativo, giudiziario)», al punto che «la potestà penale si identifica ormai con l'etica pubblica». Detta in volgare, l'ordine giudiziario ha preso il posto del potere politico. Ma allora quelle pur giuste attenzioni che vengono rivolte alla Politica andrebbero spostate sulla Magistratura. La formazione, la competenza, l'imparzialità, la trasparenza, la responsabilità... Una politica timorosa finge di non vedere il problema, ma mai come oggi assume carattere di necessità e di urgenza la riforma dei meccanismi di reclutamento e di valutazione dei magistrati