Nella Lega conta più Giorgetti o Borghi assieme alla Le Pen?

Categoria: Italia

Parla Giancarlo Giorgetti, dichiara chiaro e tondo al Corriere, con una frase da titolo: «L'euro non si discute, l'Italia è nell'Unione economica e monetaria e ci resta». Il giorno dopo Borghi comtesta

di Sergio Luciano 20.2.2020 italiaoggi.it

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Parla Giancarlo Giorgetti, neonominato (da Matteo Salvini) responsabile della Lega per gli esteri, e dichiara chiaro e tondo al Corriere, con una frase da titolo: «L'euro non si discute, l'Italia è nell'Unione economica e monetaria e ci resta». Passa solo un giorno, e un altro leghista di peso, Claudio Borghi, presidente della commissione bilancio della camera, prende la parola e marca una forte differenza con Giorgetti: «Il suo pragmatismo non è una semplice soluzione, ne parleremo al congresso per cui stiamo lavorando. I programmi si decidono nei congressi. Tuttavia, continuo a ripetere che sull'euro come su altri temi, non si può fare nulla unilateralmente». E aggiunge: «La Lega è un partito molto gerarchico, molto militare, dove si discute, e molto. Ma una volta trovata la sintesi, questa diviene la rotta». Non lo ripete, sarebbe l'ennesima volta, ma lascia intendere che la sua linea è sempre quella: o l'Europa ci tratta meglio, o c'è l'Italexit.

Dunque la palla è a Salvini. Ma qual è il vero Salvini? È il politico di lungo corso, orgoglioso di aver seguito i corsi di Giulio Sapelli alla Statale nonché (grinta a parte, del tutto avvezzo all'arte della mediazione, su cui la politica s'impernia, almeno in democrazia? È dunque il Salvini che vuole cambiare l'Europa dal di dentro, ma senza spingersi a ipotizzare un addio all'Unione e alla moneta unica come alternativa e ritorsione rispetto a eventuali ulteriori maltrattamenti politici di Bruxelles contro l'Italia? Oppure è un leader davvero disposto anche all'estremo strappo?

Forse non lo sa nemmeno lui, e sta riflettendoci: «Noi vogliamo cambiare l'Europa dal di dentro. La nostra posizione è sempre la stessa da anni. Siamo all'interno del contesto europeo per cambiare da dentro le regole europee». E fin qui… ma poi aggiunge: «Se queste regole europee cambiano, bene. Altrimenti non si può morire soffocati in una gabbia». Dunque l'alternativa Europa / non Europa è ancora aperta, se non altro sul piano mediatico. Il che non porterà alla Lega il sostegno delle lobby europee né i voti dei tanti che, di fronte alle immancabili impennate dello spread, si spaventano. Da qui alle prossime elezioni (quando, prima o poi, arriveranno) il consenso di Salvini nella fascia di centro dell'opinione pubblica moderata dipenderà molto dall'evolversi di questa doppia anima, da Dottor Salvini e Mister Hyde. Contrastare gli eccessi europei, è da centrodestra di governo. Rompere con l'Europa è da Le Pen. Cioè da eterni oppositori. L'esempio della Brexit non conta, Londra non era nell'euro. C'è da credere, e sperare, almeno per lui!, che Salvini non voglia confinarsi in un'opposizione eterna…

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