Riaprire le scuole non serve

Categoria: Italia

Non aiuta l’economia e porta milioni di persone in giro. Si studia a casa, calmi

31 Marzo 2020 alle 06:13Riaprire le scuole non serve

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Riaprire: sì, no, forse, quando. E soprattutto: cosa? La questione che in molti si stanno ponendo e che Matteo Renzi ha gettato tra i primi nel dibattito politico è seria. Poi c’è un segmento della società che più di altri è al centro delle preoccupazioni delle famiglie, ma che ragionevolmente dovrebbe essere tenuto fuori dalle priorità vitali della “riapertura”: la scuola. Ieri, mentre si inizia a parlare del Dpcm-proroga atteso per il 2 o 3 aprile, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha ripetuto, un’altra volta, che con le scuole chiuse “si andrà oltre il 3 aprile”. Una cosa che tutti gli operatori scolastici danno per scontata da settimane, e la maggior parte delle scuole si sta attrezzando per un anno scolastico che non riprenderà.

A nessuno fa piacere, ma è anche necessario tenere a bada con realismo l’apprensione di studenti e famiglie. Va preso atto che se c’è una cosa che può riaprire “dopo”, dopo almeno molti settori dell’economia, del commercio, della vita pubblica è proprio la scuola. Che, dal punto di vista meramente economico, non è produttiva. E, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, significa rimettere in circolazione qualche milione di persone, tra studenti e insegnanti, innalzando i rischi e senza vantaggi pratici. Dal punto di vista delle esigenze dell’istruzione, i limiti della didattica in smart working sono evidenti, ma vanno soppesati: la didattica a distanza non è a disposizione di tutti, purtroppo, ma della maggior parte degli studenti sì. Perdere alcuni mesi di scuola non è un buco curricolare decisivo e insanabile per nessuno, non lo è mai stato e i piani di recupero possono essere approntati anche nel prossimo anno.

Per quanto riguarda gli esami, ci sono più possibilità di soluzione: dal rinvio allo svolgimento a distanza: è su questo – sul decidere presto e in modo chiaro – che il ministro Azzolina dovrebbe concentrarsi, anziché annunciare ogni settimana la proroga di una chiusura che è già nelle cose. Famiglie e studenti dovrebbero invece concentrarsi sul fatto che si può studiare ugualmente, che nessuno verrà lasciato indietro e che qualche lacuna scolastica eventuale non precluderà a nessuno il futuro. In fondo, anche Einstein zoppicava in matematica.

Commenti

31 Marzo 2020 - 10:11

Quanti sono gli studenti che non hanno la possibilita' di seguire le lezioni telematiche? Quanti sono gli insegnanti che rifiutano di fare lezioni telematiche? Poiche' il diritto alla istruzione e' tutelato dalla Costituzione, come lo tuteliamo in pieno?

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Rispondigiuseppezavaroni

31 Marzo 2020 - 07:42

Allora chiudiamole definitivamente!