I sovranisti del M5S hanno nostalgia di Salvini. E ripropongono le sue ricette economiche

Categoria: Italia

Ventitre grillini scrivono al reggente Crimi per sostenere interventi finora ignorati. Si va dalla moneta fiscale parallela alla riforma dello statuto della Bce. Niente Mes, ovviamente. Lo scontro tra Villarosa e Castelli

di Valerio Valentini 9.4 2020 alle 14:46 -lettura 5’

Minibot, moneta fiscale parallela e Btp speciali. E poi riforma immediata dello statuto della Bce, un sistema di Eurobond per i soli stati del sud, nazionalizzazioni a tappeto. E, ovviamente, nessun ricorso al Mes. Sono queste, in sintesi, alcune delle principali proposte contenute in un documento - per ora ancora semiclandestino - che l'ala sovranista del M5s ha redatto per inviarlo al capo politico pro tempore Vito Crimi.

"Proposte di riforma e salvezza nazionale ai tempi del Covid-19", è il nome dato al dossier, firmato da venti deputati, un senatore e un europarlamentare (Pier Nicola Pedicini). E a promuoverlo è stato, per primo, Pino Cabras, deputato sardo filo-madurista. Poi, a sottoscriverlo, sono arrivati alcuni degli esponenti più convintamente sovranisti del M5s (Raduzzi, Maniero, Lannutti, Corda) e altri che, più semplicemente, provano a rilanciare attraverso questa iniziativa alcune loro singole proposte finora poco valorizzate dal dibattito interno (Zennaro, Lovecchio, Romaniello). E non a caso, tra le proposte riportate nel documento ci sono anche quelle del "prestito condiviso" finora sostenute dal sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa, rimasto molto deluso, per sua stessa ammissione, dal "decreto liquidità" e anche per questo finito a scontrarsi con la sua omologa Laura Castelli.

  

Misure a livello nazionale: Minibot, moneta fiscale parallela, Agenzia del debito pubblico

Il documento si compone di due parti: "Due blocchi di suggerimenti pratici - si legge - in grado di convertire l’emergenza in un grande cambiamento di rotta nell'economia, nella politica e nella società". Una riguarda la politica interna, l'altra le strategie europee. Per quanto riguarda le "misure che possono essere prese a livello nazionale", si va dalla "emissione di Buoni di Solidarietà e Protezione (BSP) a scadenza breve" e a tasso zero (di cui francamente non si coglie l'esigenza), a provvedimenti per "dedicare ai titoli di stato una quota dei nuovi investimenti delle Casse di previdenza e dei Fondi pensione".

Si arriva poi agli strumenti più fantasiosi, e apparentemente pericolosi. Il punto 3, infatti, recita: "Far diventare liquidità una parte dello stock di debito, facendolo uscire dai cassetti degli investitori o non limitarlo allo scambio sul mercato finanziario. Con un forte accordo con le banche, le imprese potrebbero ricevere prestiti in forma di Btp di piccolo taglio, da poter a loro volta utilizzare per pagare creditori, fornitori, forza lavoro, imposte e così via". Si tratta, insomma, della creazione di minibot: quegli stessi che del resto il governo gialloverde, col duo Borghi & Bagnai in prima fila, voleva istituire un anno fa.

Poi, c'è l'idea di "istituire una piattaforma elettronica dedicata allo scambio di compensazioni fiscali in grado di attivarle come equivalente alla liquidità disponibile e utilizzabile nei pagamenti. Si tratta - leggiamo - di rendere possibile la trasferibilità di qualsiasi agevolazione fiscale (credito, detrazione, sconto, compensazione) tra tutti i soggetti giuridici residenti". Ritorna dunque la suggestione per la "moneta fiscale": una moneta "virtuale" parallela all'euro, vecchio cavallo di battaglia dell'intellighenzia grillina e sostenuto al Senato da Elio Lannutti, non a caso tra i firmatari del documento. E poi, tra le altre, c'è anche la proposta di creare "un’Agenzia del debito pubblico italiano", sul modello della Finanzagentur tedesca, "con lo scopo di ‘congelare’ in Banca d’Italia i titoli di Stato offerti in asta che altrimenti sarebbero stati collocati ad un tasso di interesse ritenuto svantaggioso".

Le ricette europee: Qe, niente Mes, nazionalizzazioni ed Eurobond mediterranei

Quanto alle questioni europee, il documento è netto. Anzitutto nel dire che "in una crisi sistemica come questa non c'è Fondo salva Stati che possa reggere". Niente Mes, dunque, in nessuna forma. E del resto, si segnala, "non può bastare l’attuale

statuto della Bce. E anche il trattato di funzionamento dell’Unione Europea richiede revisioni profonde. Non solo la Bce deve effettivamente dare seguito alle sue promesse impegnandosi ad un Quantitative Easing senza alcun limite sul modello della Fed".

Anche su questo fronte, poi, s'intravvede una certa consonanza con le ricette della Lega. Specie su un punto. Quello in cui si invoca l'"emissione straordinaria di Btp a scadenza decennale e trentennale dedicata ai risparmiatori privati italiani per finanziare la ripresa economica, con beneficio fiscale dell’esenzione della tassazione sulla cedola se mantenuto sino alla scadenza". E il perché è presto detto: "Il risparmio privato interno è assai alto, ma solo una piccola quota è ad oggi investita in Btp. Le famiglie italiane, infatti, detengono una quota inferiore al 5% del debito pubblico italiano negoziabile. Se 1.500 miliardi di euro fin qui parcheggiati su conti correnti bancari infruttiferi sono incentivati a essere in buona parte investiti in Btp con modesti rendimenti positivi, il debito pubblico italiano non viene minacciato dagli spread". L'idea è quella di "nazionalizzare" il debito pubblico, così da renderlo - si crede - meno esposto alle minacce dei mercati finanziari e della speculazione internazionale. Oro alla patria, dunque. Si passa poi a una "radicale rivisitazione della vigilanza bancaria" e alla messa al bando degli accordi ristretti tra stati membri (Trattato di Aquisgrana, Visegrad...).

E si arriva, così, all'ipotesi di un'Ue a due velocità. Quella in cui, cioè, la Bei emetterebbe una sorta di Eurobond per i soli stati del Sud Europa che decidono di aderire a uno schema un po' arzigogolato che coinvolgerebbe, in Italia, la Cdp. Dopodiché, un'altra soluzione proposta è quella della "nazionalizzazione di tutte le aziende sottoposte a procedura fallimentare da più di 10 anni". Dallo stato imprenditore allo stato rigattiere. "I crediti verso lavoratori e piccoli fornitori in queste procedure sono immediatamente liquidati agli stessi dallo Stato come indennizzo in forma di certificati di credito (Ccf) fiscale e Btp". Ad abundantiam.

Ultima lista di suggerimenti, poi: "Ricapitalizzare e trasformare Medio Credito Centrale e Cdp in banche di interesse nazionale garantite e controllate dallo Stato; delistare Gruppo Poste Italiane SpA, per metterlo subito al riparo dalle speculazioni; accordare la licenza bancaria a Bancoposta, e potenziare il circuito PostePay per renderlo idoneo ai pagamenti nazionali sia per i Btp che per i Ccf, sia in caso di black out del sistema finanziario internazionale".