Giuseppe Conte ha sabotato Vittorio Colao: Pietro Senaldi, così il premier ha imbrigliato il super-commissario alla ripartenza

Categoria: Italia

Per gestire la ripresa delle attività ci sono 17 persone, doppioni e. lacuna, la più evidente è la totale assenza di imprenditori

Pietro Senaldi 13.4 2020 Liberoquotidiano.it lettura2’

Nella commissione speciale che affiancherà il governo per gestire la ripresa delle attività ci sono 17 persone, compreso il capo, Vittorio Colao, uno dei migliori manager italiani, a lungo amministratore delegato di Vodafone. Il numero non porta bene ma non è la cosa che desta maggiori perplessità. Quel che non torna è che nel gruppo c'è troppa gente per combinare qualcosa di buono. Peraltro, benché numerosa, la squadra non è completa. Pare l'Inter dei brutti tempi. Ci sono tanti doppioni, tra alti burocrati, assistenti sociali di successo con incarichi dai nomi roboanti e professoroni di ritorno dalle università anglosassoni. E c'è anche qualche grave lacuna. La più evidente è la totale assenza di imprenditori. Non ingaggiarne manco mezzo in un team la cui unica missione è il rilancio economico equivale a fondare un ospedale e non metterci dentro neppure un medico.

Non ci piace fare la parte di quelli a cui non va mai bene nulla, perciò premettiamo che la squadra di Colao è meglio di quella di Conte, soprattutto in chi la guida. Non era difficile, ma è già qualcosa. Solo che le buone notizie finiscono qui. Questa task force è il risultato di un tentativo fallito di commissariare il premier. Il Pd, che è stufo quanto Renzi del professore di Volturara Appula, ci lavorava da tempo. Ne è prova la presenza in squadra dell'ex presidente dell'Istat Giovannini, uomo di conti che non ne ha mai azzeccato uno, buono per tutte le commissioni e noto per aver presieduto quella che fallì nel tentativo di appurare se i nostri parlamentari guadagnano più di quelli europei.

TENTATIVO FALLITO

Dem e Italia Viva erano riusciti a persuadere Mattarella dell'assoluta irrazionalità che un Paese che vuol dirsi civile dia in mano a Conte le chiavi di tutto. Nell'impossibilità di avere Draghi, il Quirinale si è convinto di puntare su Colao per vedere se è almeno un mezzo drago a gestire uno Stato così come lo è stato a guidare grandi aziende (Rcs esclusa, lì non andò bene). Qualora i suoi primi passi fossero confortanti, potrebbe venir buono per mandare a casa l'attuale premier. Fatto sta che il presidente del Consiglio ha fiutato il trabocchetto ed è saltato sull'operazione, intestandosela e infilando nella commissione di una serie di personaggi, un po' di sinistra quasi estrema, un altro po' riferibili a M5S, che rallentassero l'ingranaggio.