Comitato politico-amatoriale. Quelli che non sanno trovare le mascherine, ma che ci spiegano come cambieranno il mondo

Categoria: Italia

Va bene, diciamo pure che se non sappiamo organizzare la fase 2 non è colpa del governo, bensì del fatto che non siamo la Corea del Sud. Ma perlomeno ci vengano risparmiati gli ambiziosi progetti sul futuro della civiltà occidentale

Francesco Cundari 13..2020 linkiesta.it lettura 3’

E va bene, diciamo pure che il famoso modello a tre T (Test, Treat, Track) messo in pratica con successo dalla Corea del Sud da più di tre mesi – e nel frattempo da noi messo in scena in tutti i possibili dibattiti politici, giornalistici e televisivi – non è pane per i nostri denti.

Sarà perché loro hanno già avuto a che fare con la Sars, sarà perché loro hanno da sempre il senso civico e l’abitudine a un certo distanziamento sociale tipico delle società orientali, sarà perché hanno gli occhi a mandorla, il K-pop, il taekwondo, il nunchi.

Sta di fatto che loro in questi mesi sono passati da un ritmo di contagi superiore al nostro a un tasso talmente ridotto, circoscritto e controllato, che il motivo per cui ora stanno tornando indietro dalla fase 2 alla fase 1 è che in un giorno hanno superato la soglia fisiologica di 30 contagi, arrivando a ben 34 (non 34mila, 34).

E noi, nello stesso arco di tempo in cui loro allestivano e facevano funzionare tutto il suddetto sistema, l’unica cosa che siamo riusciti a decidere è il nome dell’app con cui dovremmo effettuare il tracciamento, se e quando sarà mai pronta.

E va bene, è un momento difficile, le cose sono complicate, la Corea è la Corea e l’Italia è l’Italia. Capisco tutto. Mi astengo anche dall’infierire sull’utilità di nominare cento diversi commissari, responsabili, consulenti, comitati e task force, ovviamente ciascuno in conflitto con l’altro, aumentando soltanto il casino.

Non faccio neanche il conto di tutte le conferenze stampa, i messaggi su Facebook, le interviste a giornali e tv (italiani e stranieri) dettati dal nostro ubiquo presidente del Consiglio e dai suoi facondi ministri in questi mesi, peraltro per non dire assolutamente nulla, salvo generiche affermazioni sempre rigorosamente coniugate al futuro (vareremo, valuteremo, vedremo…).

Ma data la situazione, al Presidente del Consiglio e ai suoi ministri, nonché agli esponenti di tutti i partiti della maggioranza, potremmo chiedere almeno una moratoria sui loro pensosi ragionamenti intorno al futuro del sistema economico mondiale, alla futura evoluzione della civiltà occidentale e a come bisognerà cambiare modello di sviluppo?

Voglio dire, con tutto il rispetto e ben conscio che questo non è il momento delle polemiche, anzi, con il massimo dello spirito costruttivo: ma se in tre mesi non siete riusciti a organizzare nemmeno la distribuzione di mascherine e amuchina, è pretendere troppo chiedervi di astenervi dallo spiegarci in tv come intendete cambiare il capitalismo mondiale? Per poi magari sentenziare che non dobbiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema?

In questo momento, in Italia, siamo molto, ma molto lontani dalla normalità, comunque la si voglia intendere e giudicare. Se proprio non volete occupare il tempo che passate in tv in modo più utile, per esempio cucendo mascherine e distribuendo igienizzanti, o trovando chi lo faccia, perlomeno non veniteci a raccontare che non lo fate perché avete in serbo per noi progetti ben più ambiziosi. Per potersi vantare di voler superare un determinato stadio di sviluppo, bisognerebbe prima dimostrare di averlo raggiunto.