FINANZA E POLITICA/ Quello stop della Lega (di Zaia) alla super-utility “padana”

Categoria: Italia

I leghisti veronesi bloccano la fusione fra il polo Agsm-Aim e la lombarda A2A. Una mossa dai contorni anche politici

29.06.2020 - Nicola Berti ilsussidiario.net

Il caso è in sé di cronaca locale e si presta a essere facilmente liquidato come “interferenza della politica nel mercato”. Tuttavia lo stop imposto dalla Lega al progetto di fusione fra Agsm-Aim (il nuovo polo-multiutility del Veneto occidentale) e la lombarda A2A sembra meritare qualche riflessione in più.

Venerdì il cda di Agsm – controllata dal Comune di Verona – ha fallito il voto decisivo per il sì al progetto di aggregazione con A2A: un “passo doppio” collegato con la fusione con Aim, la multiutility “cugina” di Vicenza. Il presidente (tecnico) di Agsm Daniele Finocchiaro è stato messo in minoranza dal vicepresidente Mirco Caliari (esponente di Verona Domani, formazione fiancheggiatrice della Lega) e da Francesca Vanzo (Lega), mentre la consigliera Sefania Sartori, espressa dall’opposizione di centrosinistra in Comune, non ha partecipato al voto: rendendo inutile la presenza (favorevole ad A2A) di Enrico De Santis, diretto referente del sindaco Federico Sboarina (indipendente di centrodestra, vicino a Fdi, in carica dal 2017). Oggi il cda di Agsm è riconvocato, ma all’ordine del giorno, salvo improbabili colpi di scena, vi sarà solo il via libera alla fusione “veneta” con Aim: verso cui la Lega non ha mai avuto contrarietà.