Quant'è ipocrita l'indignazione del M5s sul Ponte di Genova

Categoria: Italia

Hanno avuto due anni per attuare una (improbabile) revoca delle concessioni. Oggi che Aspi è l'unica soluzione, i grillini urlano e si stracciano le vesti. E Conte, nel frattempo, che fa?

di Valerio Valentini, 8.7.2020 ilfoglio.it 3 min

Urlano, strepitano, piagnucolano sui social mostrando i muscoli, o perfino citando Dante. Ora che il nuovo Ponte di Genova è pronto, gli alti papaveri del M5s si stracciano le vesti.

Ecco Vito Crimi, reggente per caso, che nel suo ruolo fa finta di crederci davvero: "Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il M5s non arretra di un millimetro". Sarà che non arretra di un millimetro, ma neppure avanza: e infatti la baruffa sulla revoca della concessione ad Aspi sta sempre lì, ferma sulla scrivania di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Ma oltre a Crimi c'è anche Stefano Buffagni, che dà sfoggio di cultura e copiaincolla la Divina Commedia da Wikiquote: "Via i Benetton. Non in mio nome. I cittadini ci hanno eletto per cambiare e decidere e non per avere “l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”". E anche qui, non si capisce bene se il viceministro dello Sviluppo stia dando dell'ignavo a Conte, o del babbeo a se stesso, che della questione di Aspi ha sempre dato mostra di occuparsi in prima persona.

La vicenda, al di là dell'indignazione un tanto al chilo buona per ripulirsi la coscienza, è presto detta.

Il Ponte di Genova ricade infatti sul tratto finale della A10, e la A10 è gestita da Autostrade per l'Italia. Dagli odiati Benetton, insomma. Si può impedire che siano loro a gestire il ponte, al momento? Certo che no, a meno di violare una concessione che lo stato italiano ha firmato (a meno, cioè, di violare la legge). Si potrebbe revocare la concessione ad Aspi, certo. Ma se finora non lo si è fatto, non è certo colpa dei Benetton. Coi corpi delle 43 vittime del crollo del ponte ancora caldi, partì la sceneggiata grilloleghista, quell'"impiccalo più in alto" in cui si prestarono tutti, ministri e parlamentari. Il presidente del Consiglio, che allora si diceva ancora "orgogliosamente populista", disse che non si sarebbero potuti "attendere i tempi della giustizia penale". Bisognava agire subito, revocare tutto, portare i Benetton – "quelli che magari farebbero precipitare gli aerei se prendessero Alitalia" (cit. Luigi Di Maio, allora ministro dello Sviluppo, che così parlava a mercati aperti di un'azienda quotata) – alla sbarra. Poi sono passati due anni: nel frattempo è sorto un nuovo ponte, ma di decidersi sulla revoca della concessione non se ne parla. Il M5s ne è stato incapace.

 

Conte, che ha il dossier in mano almeno dal gennaio scorso, ieri ha ammesso la sua impotenza: "Sì, ammetto che è tutto bloccato". Nel Pnr, il Piano nazionale delle riforme in cui il governo espone i suoi programmi per il futuro prossimo, di revoca non si parla neppure. "Con specifico riguardo alle concessioni autostradali – si legge nel documento – si darà ulteriore impulso al processo di revisione, al fine di garantire una maggiore trasparenza, competitività tra gli operatori e il corretto equilibrio tra l’interesse pubblico e l’interesse imprenditoriale". Ecco. Tutto qui.

Poi però una mattina i dirigenti grillini si alzano, fanno finta di scoprire dai giornali che il nuovo Morandi non può che essere gestito dai Benetton, e allora cadono dal pero e si strappano i capelli. Nell'attesa, magari, che oggi pomeriggio la Corte costituzionale intervenga per bocciare anche l'articolo del decreto Milleproroghe con cui, in un atto di forza illiberale, a febbraio scorso Pd e M5s pretesero di spianare la strada a una eventuale, futuribile revoca della concessione. Magari si finirà col dire che pure i supremi giudici sono dei farabutti, un po' come i Benetton. E tutti i grillini potranno andare a dormire con la coscienza pulita.