Salvini sugli specchi

Categoria: Italia

Il leader della Lega attacca l’accordo sul Recovery fund con argomenti che dimostrano la sua inadeguatezza. L’antieuropeismo senza più Eurexit di Bagnai e del suo Capitano è un manifesto dell’impotenza sovranista

di Luciano Capone, 22.7.2020 ilfoglio.it lettura 4’

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Roma. Il sovranista olandese, Geert Wilders, dice che “Giuseppe Conte è molto soddisfatto. Riceve 82 miliardi di regali, dai nostri soldi grazie alle ginocchia deboli di Rutte”. Il suo alleato italiano, Matteo Salvini – solo un anno fa i due si abbracciavano in piazza Duomo sul palco dell’internazionale sovranista, dice che è Rutte a “festeggiare”: “Non c’è nessun regalo, è una resa senza condizioni alla Commissione. Sono prestiti da restituire fino all’ultimo centesimo”. Uno dice che in Olanda “le pensioni rischiano di essere tagliate” perché Rutte dà “centinaia di miliardi all’Italia”. Per l’altro è l’opposto: “Rutte si alza e dice: ‘Niente soldi all’Italia se non tagliano le pensioni”.

  

La conferenza stampa di Matteo Salvini, affiancato e introdotto dal responsabile economico della Lega Alberto Bagnai, fa davvero girare la testa se incrociata con le affermazioni uguali e contrarie in contemporanea del suo fedele alleato olandese. Salvini e Wilders, con i rispettivi commenti all’accordo europeo sul Recovery fund, riescono a smentire anche il motto che ha ispirato il blog Goofynomics e l’attività scientifico-politica di Bagnai: il famoso pensiero di Pippo, secondo cui “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. E invece nella Topolinia sovranista di Salvini e Wilders, sconvolgendo l’elementare logica di Pippo e di Bagnai, la stranezza è che “una strada, che sia vista dal basso o dall’alto, da Amsterdam o da Roma, somiglia sempre e comunque a una salita”.

  

L’intenzione del leader della Lega è quella di mostrare le carenze dell’intesa raggiunta al Consiglio europeo. E invece con le sue parole non fa altro che mostrare la sua inadeguatezza alla guida del paese. L’analisi di Salvini, supportato dal suo economista di riferimento, è che al termine della lunga e intensa trattativa europea Conte ha ottenuto troppo poco: “Non è mancata la buona volontà, ma il risultato: l’ammontare è stato dimezzato”, dice Bagnai. Inoltre le somme “andranno interamente rimborsati” e per giunta l’erogazione dei fondi è subordinata alle rigide condizioni della Commissione europea, a cui si aggiunge il cosiddetto “freno di emergenza” attivabile dai paesi che non ritengono rispettate le raccomandazioni europee: “Abbiamo lasciato la politica economica e industriale in mano alla Commissione, un organo politico con un orientamento diverso da quello del prossimo governo italiano”, dice Bagnai. E che questo accordo sia una trappola messa per azzoppare un eventuale prossimo governo a trazione leghista, lo spiega anche Salvini: “Fra le condizioni da rispettare c’è lo stato di diritto. Se uno vuole pensare male, quando la Lega torna al governo e blocca gli sbarchi, non uno ma due secondi dopo uno di questi signori dice che non rispettiamo lo stato di diritto e quindi bloccano l’erogazione del prestito”. Fa un po’ impressione che Salvini si senta penalizzato per la clausola sul rispetto dello stato di diritto, anche perché se queste sono le sue intenzioni la cosa dovrebbe preoccupare più i cittadini italiani che lui.

  

In ogni caso, a prescindere dal giudizio di valore sulle posizioni politiche, la conferenza stampa di Salvini è la più grande confessione di inadeguatezza di un leader: un manifesto di impotenza politica.

Dal discorso di Salvini emerge la chiara consapevolezza di come con lui al governo le cose sarebbero potute andare solo peggio. Le intenzioni erano buone, dicono i leghisti, ma il risultato è insufficiente. L’esito sarebbe stato migliore se ci fosse stato lui a fare le trattative? Sicuramente no, visto che Conte aveva dalla sua parte sia la Merkel e Macron (con cui Salvini ha un rapporto pessimo) sia i leader più sovranisti come Orbán (con cui Salvini ha un buon rapporto). Le cose sarebbero state migliori se in Europa ci fossero stati al governo anche altri alleati di Salvini? Sicuramente no, perché Wilders e gli altri sovranisti nordeuropei sono più duri di Rutte. Le cose possono migliorare se Salvini arriverà domani al governo? Sicuramente no, perché come ammettono gli stessi Salvini e Bagnai, sono all’opposizione dell’attuale maggioranza europea e con loro al governo l’Italia rischierebbe addirittura la sospensione dei fondi. La Lega di Salvini è quindi incompatibile con l’Europa: una volta la via di fuga da questo vicolo cieco politico era l’uscita dall’euro. Ma ora Salvini e Bagnai non hanno più il coraggio di proporre questa soluzione agli elettori. E preferiscono fare conferenze stampa in cui spiegano perché è meglio che non stiano al governo.

AndrewAndrew

22 Luglio 2020 - 11:35

Di chi non si fidano i leader dei vari Paesi europei? Non si fidano di una stampa al 78° posto al mondo per libertà d’idee e d’opinioni, dello statalismo inverecondo che ormai perdura come tale solo da noi, e in alcune dittature veteromaxiste. Insomma, non si fidano di quel che fa l’Italia di oggi una sorta di commedia a episodi alla Sordi strapiena di characters furbi, furbastri e figli di – dove però non si ride per niente. E se putacaso hai partita Iva, allora piangi e piangi forte. Dato che tutto lo sfacelo di cui sopra, sei tu che lo mantieni. È chiaro adesso? Capite di chi non si fida l’Europa? Degli stessi di cui non vi fidate voi, la cui sintesi massima è l’attuale governicchio giallorosso, andato a bussar cassa a Bruxelles nel corso della peggior crisi del dopoguerra, senza uno straccio di riforma che una della peggior forma Stato-Paese del mondo occidentale. E il paradosso, è che sono anche quelli che si autodichiarano europeisti!

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Rispondijoepelikan

22 Luglio 2020 - 09:51

Capone ci spiega in modo chiaro come Conte abbia imposto all'Italia una pistola economica puntata alla tempia che sospende la democrazia nel Paese. Grazie.