Cose che Capitano. Salvini accusa Conte di avere nascosto il pericolo del virus e di averlo ingigantito.

Categoria: Italia

Dovrebbe decidersi. Se porsi alla guida delle proteste di chi giudica eccessive le misure adottate dal governo per contrastare il Covid-19 oppure se alimentare le teorie cospirative

Francesco Cundari6-7-2020 linkiesta.it lettura 2’

La durissima lettera del leader leghista al Corriere della Sera spiega meglio di ogni analisi le ragioni dello stallo strategico del leader dell’opposizione, incerto se porsi alla guida delle proteste di chi giudica eccessive le misure adottate dal governo per contrastare il Covid-19 oppure se alimentare le teorie cospirative di chi pensa che, al contrario, il premier ha nascosto la reale entità della minaccia

La durissima lettera pubblicata ieri dal Corriere della Sera, in cui Matteo Salvini accusa il governo di avere nascosto ai cittadini informazioni essenziali sulla pericolosità del Covid nella fase iniziale dell’epidemia, cioè più o meno nei giorni in cui lui lo accusava di diffondere un ingiustificato allarmismo, mostra meglio di ogni analisi quali siano le vere ragioni dello stallo strategico dell’opposizione e del declino demoscopico del leader leghista. Perché in politica, alla fin fine, quel che conta è la capacità di mettersi d’accordo, anzitutto con se stessi.

Incerto tra la tentazione di porsi alla guida delle proteste di tanti industriali e lavoratori autonomi duramente colpiti dalle misure restrittive, giudicate eccessive se non proprio infondate, e la naturale tendenza ad alimentare ogni possibile teoria della cospirazione su un governo che, al contrario, avrebbe nascosto ai cittadini la reale gravità della minaccia, Salvini si è trovato a dar voce a due proteste diametralmente opposte. E così, nel tentativo di cavalcarle entrambe, ha finito per girare in tondo, confondendo i suoi stessi sostenitori.

Una vera fortuna per il governo Conte e il Movimento 5 stelle, che pure ne avrebbero avute da farsi perdonare. E lo dimostra anzitutto la rabbia dei manifestanti di sabato a Roma — quel tremendo impasto di no vax e no mask, fanatismo, faciloneria e fascisteria assortita — che per i cinquestelle, fino al giorno prima dell’ingresso a Palazzo Chigi, avevano rappresentato gli interlocutori più naturali, e che ora li accusano di averli traditi e abbandonati. Giustamente, dal loro punto di vista (non per niente i politici più in vista nella piazza di sabato erano stati eletti proprio con il Movimento 5 stelle).

Ma per quanto possano indignare la doppiezza, l’ipocrisia e la spudoratezza di chi è passato in un battibaleno dall’organizzare le manifestazioni no vax al condannarle con le sopracciglia aggrottate e la voce impostata, resta un abisso tra la meschina furbizia di tanti esponenti della maggioranza e la palese, pericolosa, patetica inaffidabilità di un’opposizione pronta a sostenere tutto e il contrario di tutto, persino quando in gioco c’è la vita di ciascuno di noi. Un abisso che è anche il migliore argomento, se non proprio l’unico, rimasto ai difensori dell’esperimento giallorosso.

Se e quando Salvini se ne renderà conto, tutto potrà cambiare. Ma fino a quando continuerà a giocare con le mascherine e a fregarsene del distanziamento, per poi accusare gli altri di mettere in pericolo la salute dei cittadini, gli accusati potranno dormire tra due guanciali