Referendum, Zingaretti: propongo il sì, avanti con le riforme

Ma "dobbiamo respingere le motivazioni banali che il taglio del numero dei parlamentari farebbe risparmiare soldi allo stato"

Redazione ANSA 07 settembre 2020

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"Ecco perché mentre propongo il SI, dobbiamo respingere le motivazioni banali che il taglio del numero dei parlamentari farebbe risparmiare soldi allo stato. I risparmi sarebbero minimi e non costituiscono il motivo principale del sì. Il motivo principale sta nel fatto che a questo atto possono seguire altre riforme". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti alla Direzione del Pd.

Il Pd dopo il taglio dei parlamentari proporrà il superamento del bicameralismo perfetto per l'introduzine di un bicameralismo differenziato. Lo ha detto il segretario. Zingaretti ha fatto propria la proposta di Violante di una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per il bicameralismo differenziato.

"Noi non stiamo al governo a tutti i costi - ha affermato il segretario -, ci stiamo finché il governo fa cose utili al Paese. Nel momento in cui la Repubblica dovesse entrare in una situazione involutiva, l'impegno del Pd sarebbe inutile. Ma io non credo che siamo in questa situazione, credo anzi che le sfide che abbiamo davanti aprano nuove possibilità".

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Commento da simofin.com

PD, Zingaretti, ma quali riforme e i contenuti ? Perché “le riforme” si possono fare peggiorando il presente. Ecco due esempi da Il Giornale su: Falsa semplificazione: solo guai per le aziende

Sotto l'ambizioso titolo di legge sulle semplificazioni e con 157 voti favorevoli sono passate al Senato una serie di norme che renderanno la vita delle imprese decisamente più complicata.

Fino a ieri, le imprese di costruzioni potevano demolire un palazzaccio e ricostruirlo daccapo. Senza guadagnare neanche un metro in volumi. Dovevamo ottenere ovviamente molti permessi, infinite autorizzazioni comunali (comprese le cosiddette Scia), ma dopo qualche anno (non settimane, non mesi, ma anni) portavano a casa il risultato. Si chiama rigenerazione. Nelle intenzioni di ogni essere pensante si tratta di attività buona e giusta. Non si consuma territorio, come ora si suol dire. Si rottama il vecchio, spesso orrendo e malandato, e sopra si costruisce il nuovo: energeticamente (visto che va tanto di moda) efficiente e più gradevole. Tutti contenti? Mica tanto.

1-Il governo è riuscito a piazzare all'articolo 10 del decreto semplificazioni, una piccola norma, oscura ai più, ma ben nota agli addetti al settore, per cui la cosiddetta rigenerazione urbana, che non fa male a nessuno, viene di fatto cancellata. O meglio per demolire e ricostruire è necessario un iter autorizzativo molto più complicato e non più comunale.. Questi fenomeni del governo Conte sono riusciti a mettere d'accordo l'associazione dei costruttori, l'Ance, e gli ambientalisti di Legambiente, uniti nel denunciare la follia di questo articolo.

2-Non che le cose siano andate meglio per i grandi appalti. A parte qualche fortunata «marchetta ingegneristica» che avrà un commissario (meglio di niente in effetti), il sistema delle autorizzazioni non cambia di una virgola. Le valutazioni di impatto ambientale, vero ostacolo ad ogni pietra che si voglia muovere in Italia, restano quello che sono. Anzi, in un soprassalto di grillismo ante litteram, si concedono quindici giorni in più ai cittadini coinvolti per dare il loro parere

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