Sulla farsa dei banchi il governo può prendersela solo con se stesso (e con Arcuri)

Categoria: Italia

I banchi non arriveranno in tempo. E si sapeva già, ma ora lo ammette anche il governo

di Luciano Capone 8.9. 2020 ilfoglio.it lettura 3’

Arcuri foto LaPresse

Roma. La gestione dell’acquisto dei banchi per la riapertura “in sicurezza” delle scuole è un grande pasticcio. I banchi non arriveranno in tempo e qualche dirigente scolastico, per ovviare, ha iniziato a segare in due quelli vecchi.

“Sapevamo che un paese che produce 200 mila banchi all’anno non può produrne 2 milioni e mezzo in un mese”, dice al Corriere la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani (Pd). In realtà questo lo diceva chi, a partire da questo giornale, avvertiva che quel bando che richiedeva quantitativi così enormi in tempi così stretti era impossibile. Il governo sosteneva l’esatto contrario, proprio ciò che ora l’Ascani dice sapesse essere impossibile. La gara indetta dal Commissario straordinario Domenico Arcuri, su indicazione del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, prevedeva la produzione, “l’imballaggio, il trasporto, la consegna e il montaggio” nelle aule di 3 milioni di banchi (con o senza rotelle) entro il 31 agosto 2020, oltre una settimana fa.

  

  

Bando rinviato. Arcuri si corregge (di nuovo) sui banchi scolastici

Dopo l'eliminazione del vincolo dei 400 mila pezzi prodotti, il commissario sposta di 5 giorni la scadenza. Ma è solo un calcio alla lattina: senza modifica dei termini e delle condizioni resta il rischio “gara deserta”

  

Naturalmente riaprire le scuole in sicurezza è un problema complesso, ma la vicenda dei banchi dimostra come il governo – nonostante abbia avuto molto tempo a disposizione – abbia gestito diversi passaggi con pressappochismo e in maniera poco trasparente. Tutto parte quando il Comitato tecnico scientifico (Cts), nella riunione del 22 giugno, stabilisice che bisogna migliorare “il layout dell’aula ottimizzando gli spazi disponibili e adottando soluzioni ad hoc (es. banchi monoposto)”. Il 30 giugno il ministro Azzolina dice ad Arcuri di reperire 3 milioni di banchi monoposto (la metà con rotelle); il 16 luglio viene pubblicato il dl “Semplificazioni” che prevede l’acquisto dei banchi; e il 20 luglio (è passato già un mese) Arcuri bandisce la gara per 3 milioni di banchi (tempo di consegna: tre settimane dalla firma dei contratti il 7 agosto). Azzolina pretende ciò che il Cts stabilisce e Arcuri esegue ciò che l’Azzolina ordina, ma nessuno si chiede se sia concretamente fattibile.

  

  

L'unico modo per partecipare alla gara sui banchi scolastici è disattendere Arcuri

Le principali aziende d'arredo d'ufficio italiane hanno costituito una Ati per aderire al bando sulle forniture scolastiche: però solo a condizioni e tempistiche diverse da quelle dettate dal commissario. Ma va?

  

In tanti spiegano che i termini del bando sono inconcepibili, ma si tira dritto. Poi Arcuri modifica la gara due volte, rinviando la scadenza. Nuovo limite massimo: 8 settembre, prima della riapertura. Nel frattempo, a gara conclusa, Arcuri e Azzolina si rendono conto che i produttori non si sono adeguati ai desiderata del governo. E così il commissario intavola trattative con le aziende che portano alla firma di 11 contratti a fine agosto (poco prima dell’inizio della scuola). Vengono cambiati ex post i requisiti del bando, sia sui quantitativi sia sulla consegna. Nuova scadenza: fine ottobre, dopo la riapertura. Azzolina dice che spetta ad Arcuri consegnare tutti i banchi in tempo. Arcuri dice che buona parte dei banchi non serve per il distanziamento ma perché le scuole del sud vogliono rifarsi l’arredo. Il ministero ha chiesto troppi banchi. Poi si scopre che “sui banchi a rotelle non abbiamo mai espresso un parere”, dice il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Tra le vincitrici c’è un’azienda, scrive la Verità, con un solo dipendente che ha firmato un contratto da 45 milioni di euro per 180 mila banchi ora “ritirato” da Arcuri perché i prodotti “non corrispondevano alle caratteristiche indicate in sede di gara”. Entro il 12 settembre questa impresa avrebbe dovuto consegnare 20 mila banchi. “Non è un problema, arriveranno lo stesso” dicono dalle parti del Commissario. Intanto i presidi hanno iniziato a segare in due quelli vecchi.