Taglio dei parlamentari, il no del leghista Giancarlo Giorgetti

Giorgetti, foto da italiaoggi.it

"Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo", ha spiegato il vicesegretario della Lega.

11.9.2020 italiaogggi.it  lettura 3'

Il leghista Giancarlo Giorgetti, uomo di punta e vicesegretario del Carroccio, voterà "No" al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari: "Il 20 e 21 settembre si voterà per le Regionali in alcunerlo parti d'Italia, per i Comuni e anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò No, convintamente", ha detto l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un comizio ieri a Vittuone, nel Milanese.

"Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo", ha spiegato il vicesegretario della Lega.

"Tagliare del 40% i parlamentari darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando di parecchio la volontà popolare. È una deriva da evitare con forza", ha affermato. "Anche perché sarebbe un favore ad un governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questo periodo e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi. Il governo Conte è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò 'no'".

Insomma, il no non soltanto come strumento per cercare di fermare la riforma costituzionale tanto voluta dal M5s, che è riusciuto a fare votare una riduzione dei parlamentari da 945 e 600, con un piccolo risparmio di 56 milioni di euro l'anno, ma anche come mezzo per dare una spallata al governo, ammesso che la consultazione referendaria, insieme con i risultati delle regionali, sia in grado di scalzare un esecutivo costruito per durare fino al 2023.

Certo è che l'arruolamento di Giorgetti, pezzo da novanta leghista, nelle file del no non farà piacere né al segretario Matteo Salvini né a Giorgia Meloni, leader di Fdi. Entrambi, in recenti occasioni, si sono schierati apertamente per il sì e hanno ricordato di avere per ben quattro volte votato il taglio di deputati e senatori in parlamento.

Anche nel Partito democratico crescono i malumori: Tommaso Nannicini, Giorgio Gori, Gianni Cuperlo, Matteo Orfinii si sono dichiarati contrari alla scelta del segretario Nicola Zingaretti, che ha propostoe ottenuto dalla Direzione del partito di schierare Largo del Nazareno con il sì. Nel comitato per il no ci sono due senatori forzisti (Andrea Cangini e Nazario Pagano). E In Forza Italia cresce la pattuglia dei sostenitori del No, con Renato Brunetta, Osvaldo Napoli, Deborah Bergamini e Simone Baldelli, oltre che con Francesco Paolo Sisto, deputato azzurro e responsabile giustizia e affari costituzionali. Per Sisto "la riforma nasce malata. Non è una riforma costituzionale che nasce dall'esigenza condivisa di modificare la costituzione, ma è una riforma di miserrima sopravvivenza e di cinico potere".

Commenti   

#2 riki 2020-09-12 11:49
Una destra oltre il centrodestra ci vuole. Cominciamo votando No. Scrive Malgieri
votare No al referendum significherebbe aprire la strada ad un sano ed aperto confronto a destra e tra le destre. Senza farsi nessuna illusione. Nella certezza che una destra che sia ideologicamente, idealmente, politicamente tale, senza equivoci e confusionismi, ci vuole. Anzi, è necessaria. Malgieri Formiche
#1 riki 2020-09-12 11:47
Il centrodestra che vota No ha ora un leader, Giancarlo Giorgetti
Il centrodestra che vota No ha ora un leader, Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini, rompe il silenzio del fronte del No nel Carroccio: “Il governo Conte è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò No”. E rilancia il maggioritario Gabriele Carrer PALAZZI formiche

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