Emanuele Fiano ci spiega perché Conte e Di Maio non possono far finta di nulla, sulla questione cinese

Categoria: Italia

Intervista al responsabile Esteri del Pd, che esorta il governo a chiedere spiegazioni a Pechino

DOMENICO DI SANZO 14 SET 2020 ilfoglio.it

"La faccenda della schedatura è molto grave. Il governo deve chiedere spiegazioni formali a

 

Pechino. E il Parlamento vigilerà, attraverso il Copasir". Parla il responsabile Esteri del Pd

"È una notizia molto grave, chiedo che intervenga subito il Parlamento con il Copasir. E chiedo che anche il governo si attivi con una richiesta formale di spiegazioni alla Cina", dice Emanuele Fiano, deputato del Pd e responsabile Esteri nella segreteria di Nicola Zingaretti, riferendosi all'esclusiva pubblicata dal Foglio su un database attraverso cui da anni una società privata, per conto del governo di Pechino, scheda migliaia di italiani: politici, ex presidenti del Consiglio come Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, importanti imprenditori, esponenti della criminalità organizzata e presunti terroristi

islamici residenti in Italia.

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GIULIA POMPILI

Fiano ci parla con un tono di voce a metà tra la sorpresa e lo shock. Poi passa ad elencare i passi che la politica dovrebbe fare per venire a capo della questione. Traccia un percorso parallelo che governo e Parlamento dovrebbero essere chiamati a svolgere in tempi brevi. "Dobbiamo analizzare tutti gli aspetti di questa vicenda, che è grave sia sotto il profilo penale, perché in generale nel nostro paese è un reato dossierare le persone, sia sotto il profilo della sicurezza nazionale perché ovviamente si parla di persone che hanno avuto nel nostro Paese ruoli importantissimi, ex presidenti del Consiglio, imprenditori, deputati, segretari di partito". Sono sostanzialmente due i punti da chiarire. "Primo, dobbiamo capire come queste informazioni siano state ricavate e questo è un compito che deve svolgere il Parlamento attraverso il Copasir. Pare, leggendo l'articolo del Foglio, che siano state ricavate attraverso fonti aperte, ma nel caso ci fossero state intercettazioni o pedinamenti sarebbe ancora più grave. In secondo luogo, dobbiamo capire a che scopo siano state raccolte".

A giudizio di Fiano, il Parlamento dovrà avere un ruolo centrale: "Ovviamente noi non possiamo andare più in là di farci delle domande, rilevando la grande pericolosità del fatto e chiedere che siano le Camere a occuparsene, perché nelle democrazie liberali è il Parlamento che svolge una funzione di controllo sui temi attinenti alla sicurezza nazionale". Ma certamente anche il governo, nonostante il silenzio di queste ore, non potrà restare a guardare. Luigi Di Maio, dalla Farnesina, ancora non è intervenuto. Fiano è fiducioso e gli concede una giustificazione: "Sono passate ancora poche ore, credo che interverrà". Poi continua, invocando una presa di posizione da parte dell'esecutivo: "Credo che il governo debba chiedere spiegazioni formali al governo cinese e poi prendere dei provvedimenti". Comunque, assicura "Il Pd non lascerà cadere la cosa".

Fiano parla a nome del suo partito, ci tiene a far sapere che al Nazareno non accettano compromessi con il Dragone. La rapidità della reazione è volta quasi a sottolineare una sfumatura implicita, una differenza di approccio con quel M5s tacciato di essere troppo filo-cinese. "Guardi, noi governiamo con un partito che quando era al governo con la Lega aveva posizioni antieuropeiste e anche sul rapporto con alcuni grandi paesi asiatici aveva idee diverse dalle nostre. Ora la stagione è cambiata". Insomma, secondo Fiano, è il Pd che sta cercando di portare i grillini sulla "retta via" della geopolitica. Un segnale di una conversione in fieri, il parlamentare dem lo individua nelle parole pronunciate dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il suo ultimo incontro a Roma il 25 agosto con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Interpretate da Fiano come una sorta di svolta. "Il tema della libertà individuale di Hong Kong era un tema nell'agenda di quell'incontro, e Di Maio lo ha ribadito correttamente sia privatamente sia pubblicamente, in maniera forte come non era mai successo: noi abbiamo svolto un ruolo in questo". Il deputato dribbla le domande sugli incontri riservati di Beppe Grillo con l'ambasciatore cinese a Roma, infine glissa sulla retorica, alimentata dal M5s, sugli aiuti cinesi durante il periodo più difficile dell'emergenza coronavirus in Italia. "Sinceramente non mescolerei la grave notizia di oggi con altro", conclude.